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  • Giovedì 17 luglio 2014

Una blogger francese è stata condannata per la cattiva recensione di un ristorante

È stata riconosciuta colpevole di diffamazione: dovrà risarcire i ristoratori perché il suo post era ben piazzato su Google

A waiter carries plates of food in the restaurant "Le Mesturet" in Paris on July 15, 2014, on the day a decree relating to the "homemade" designation (fait maison in French) takes effect. A decree relating to the "homemade" designation has passed on July 13 in France, taking effect on July 15. AFP PHOTO/MIGUEL MEDINA
A waiter carries plates of food in the restaurant "Le Mesturet" in Paris on July 15, 2014, on the day a decree relating to the "homemade" designation (fait maison in French) takes effect. A decree relating to the "homemade" designation has passed on July 13 in France, taking effect on July 15. AFP PHOTO/MIGUEL MEDINA

Un giudice di Bordeaux ha condannato una blogger francese perché la sua recensione negativa di un ristorante di Cap Ferret, in Aquitania, veniva mostrata troppo in evidenza (precisamente quarta) nei risultati della ricerca su Google del ristorante stesso. Il giudice ha ordinato che il titolo del suo post venga modificato (solo quello, non il contenuto) e che la blogger, Caroline Doudet, risarcisca con 1.500 euro più 1.000 euro di spese processuali i proprietari del locale che l’avevano denunciata per diffamazione. Il giudice ha anche sottolineato che il danno al ristorante era stato aggravato dal fatto che Caroline Doudet e il suo blog “Cultur’elle” avessero circa 3.000 iscritti tra Twitter e Facebook, facendo dunque intendere che questa cifra fosse di fatto piuttosto significativa.

Caroline Doudet ha 35 anni, è un’insegnante di liceo e sul suo blog scrive di varie cose (il suo non è un blog di cucina). Il 23 agosto del 2013 ha pubblicato un post intitolato “Il posto da evitare a Cap-Ferret: Il Giardino” in cui faceva commenti poco positivi sulla proprietaria del ristorante («crede di essere una diva») e raccontava di aver trovato un servizio piuttosto scadente:

«La prima cameriera non ci chiede, come si usa fare, se vogliamo un aperitivo. (…) Arriva una seconda cameriera che prende il nostro ordine, ma non ci chiede se vogliamo un aperitivo (è logico: pensava l’avesse fatto la sua collega) e siamo quindi obbligate a chiederlo noi (lo volevamo). Passano dieci minuti e ancora nessuna traccia né del nostro aperitivo né della nostra bottiglia di vino. Così chiedo a un terzo cameriere: sarebbe bello se ci servisse ora un aperitivo, altrimenti i nostri piatti potrebbero arrivare prima. Bingo, mentre il cameriere numero 3 ci porta (finalmente) i nostri aperitivi, i nostri piatti ci vengono serviti dalla cameriera numero 1. Piatti che noi rimandiamo indietro, perché accidenti, siamo solo all’aperitivo (per colpa loro) e il pastis si accompagna male con la bistecca. La cameriera mugugna. Mentre stiamo bevendo arriva la proprietaria, scostante (…), e ci chiede di far loro sapere quando vogliamo i nostri piatti (…)».

Dieci mesi dopo la pubblicazione del post Caroline Doudet è stata citata in giudizio dalla proprietaria del ristorante. «Sono rimasta sorpresa di ricevere l’avviso così tanto tempo dopo (…) Non hanno nemmeno cercato di contattarmi personalmente», ha detto. Il titolo del post, secondo quanto stabilito dal giudice, trasformava il commento negativo in diffamazione, in base all’articolo 1382 del Codice civile francese: arrecava cioè un danno al locale. Caroline Doudet ha commentato che la decisione del giudice ha trasformato in un crimine essere ben indicizzati sui motori di ricerca: «Capisco che l’articolo possa aver turbato la proprietaria, ma le conseguenze mi sembrano sproporzionate. Se i blogger non hanno la libertà di fare recensioni negative, fare solo recensioni positive non ha alcun senso». Doudet ha infine spiegato che molto probabilmente non ricorrerà in appello, perché «non vuole rivivere settimane di angoscia».