• Mondo
  • Giovedì 3 luglio 2014

Una giornata di proteste e violenza al Cairo

Un anno fa venne deposto il presidente Morsi: i suoi sostenitori hanno manifestato per le strade, tre persone sono morte negli scontri con la polizia, due per una bomba

Il fuoco acceso dai Fratelli Musulmani, al Cairo, 3 luglio 2014. 
(AP Photo/Ahmed Taranh)
Il fuoco acceso dai Fratelli Musulmani, al Cairo, 3 luglio 2014. (AP Photo/Ahmed Taranh)

Oggi al Cairo e in altre città dell’Egitto ci sono state molte manifestazioni e favore dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi, che un anno fa venne deposto dall’esercito guidato da Abdul Fatah Khalil Al-Sisi, attuale presidente del Paese. Morsi, esponente del gruppo islamico dei Fratelli Musulmani, era stato democraticamente eletto meno di un anno prima, ma la sua presidenza era stata più volte contestata dalla popolazione: a giugno c’erano state grosse manifestazioni contro di lui, che hanno spinto l’esercito a deporlo. Da allora Morsi si trova agli arresti in un luogo che non è stato mai reso pubblico, con l’accusa di omicidio e incitamento alla violenza per gli scontri avvenuti tra i suoi sostenitori e suoi oppositori fuori dal palazzo presidenziale del Cairo nel dicembre 2012. Il processo è iniziato nel novembre 2013 ed è tuttora in corso.

Tre manifestanti sono morte al Cairo negli scontri con la polizia, che ha cercato di disperderli con i gas lacrimogeni, mentre 157 persone sono state arrestate con l’accusa di aver partecipato a proteste illegali. Questa mattina due persone sono state uccise da una bomba esplosa a Kerdasa, un quartiere occidentale del Cairo. Nei giorni scorsi, i poliziotti hanno arrestato 39 attivisti, in vista delle manifestazioni di oggi. Dopo la deposizione di Morsi, il governo ha iniziato a perseguitare politici, attivisti e sostenitori dei Fratelli musulmani, che sono stati inseriti nella lista delle organizzazioni terroristiche: almeno 1.400 persone sono state uccise negli scontri con la polizia, e 15 mila sono state arrestate. Alcuni islamisti hanno risposto con attentati contro la polizia, anche se i Fratelli Musulmani negano di aver partecipato alle violenze.