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  • Lunedì 30 giugno 2014

Che ne è stato delle proteste in Brasile?

Secondo il Washington Post si sono ammorbidite per varie ragioni, tra cui l'intervento del governo, la folla di tifosi stranieri e un torneo particolarmente divertente

di Dom Phillips – Washington Post @domphillips

SAO PAULO, BRAZIL - JUNE 23, 2014: Members of the group "will not have Cup" protest against the holding of the World Cup in Brazil and overspending in the construction of stadiums during the game between Brazil and Cameroon, Monday, June 23, 2014 in Sao Paulo Brazil. The protesters were accompanied by strong policing and demanded the end of the World Cup in the country.(Photo by Victor Moriyama/Getty Images)
SAO PAULO, BRAZIL - JUNE 23, 2014: Members of the group "will not have Cup" protest against the holding of the World Cup in Brazil and overspending in the construction of stadiums during the game between Brazil and Cameroon, Monday, June 23, 2014 in Sao Paulo Brazil. The protesters were accompanied by strong policing and demanded the end of the World Cup in the country.(Photo by Victor Moriyama/Getty Images)

Poco prima del calcio d’inizio di Brasile-Camerun, ultima partita del girone A dei Mondiali di calcio in corso in Brasile, le strade del centro di Rio de Janeiro si sono svuotate e tutti sono andati in cerca del televisore più vicino. Nel quartiere di Lapa, famoso per la sua vita notturna, una lunga fila di tifosi vestiti con la maglia giallo-verde del Brasile serpeggiava fra le arcate del Carioca Aqueduct: aspettavano pazientemente di entrare al Circo Voador, un famoso locale di musica dal vivo dove la partita veniva trasmessa gratuitamente su un maxischermo.

Le cose erano molto diverse appena un anno fa, quando mezzo milione di persone protestò nel centro della città contro l’aumento dei biglietti per i mezzi pubblici e in favore di “standard FIFA” – quindi più alti – per quanto riguarda la sanità, l’istruzione e i trasporti, gridando cose come «non ci sarà nessuna Coppa». Quando la parte iniziale del corteo cominciò a comportarsi in maniera violenta, la polizia anti sommossa usò proiettili di gomma, gas lacrimogeno e granate stordenti per disperdere i manifestanti.

La questione, ora, è questa: cos’è accaduto alle proteste che minacciavano di scoppiare all’inizio del torneo?

Al posto delle agitazioni che incombevano su alcune città brasiliane in forma di scioperi – effettivamente accaduti alcune settimane prima del torneo – l’immagine dei Mondiali che si sta diffondendo nel mondo è quella vista al Circo Voador: tifosi sorridenti, turisti felici, calcio e birra.

Carla Vilardo, una 41enne brasiliana, ha detto: «non siamo a favore della Coppa. [Ma] siamo brasiliani, e il calcio fa parte della cultura del nostro paese. Adesso non è il momento per protestare: lo sarà in ottobre, quando si terranno le prossime elezioni».

Nonostante le manifestazioni di protesta siano proseguite anche in questi giorni, vi partecipano centinaia o poche migliaia di persone. Nulla in confronto alle proteste di massa e su scala nazionale dello scorso anno. Sempre più frequentemente questo tipo di proteste sfocia poi in episodi di violenza sia da parte della polizia che da parte dei manifestanti, e questo ha finito per spaventare molte persone. Secondo il quotidiano Folha de S. Paulo, nei primi dodici giorni del torneo il numero delle manifestazioni è calato del 39 per cento rispetto ai dodici giorni che hanno preceduto il suo inizio.

Felipe Francisco, 21enne attivista e studente di medicina a Rio de Janeiro, ha detto che le manifestazioni sono diminuite perché i movimenti di protesta hanno cominciato a concentrarsi maggiormente su temi più controversi, come la violenza della polizia nelle favela della città, e questo ha provocato il disinteresse della classe media.

Il governo brasiliano ha inoltre lavorato per attenuare la serie di scioperi e di proteste che nelle settimane precedenti al torneo sembravano aver dato nuovo vigore ai manifestanti. Il tristemente famoso traffico di San Paolo ha poi portato a interrompere lo sciopero dei bus, e uno sciopero della metropolitana è stato sospeso due giorni prima della partita inaugurale dei Mondiali.

Il 4 giugno circa 12mila persone avevano accompagnato i membri del MTST, un movimento di lavoratori senza casa, a una protesta nei pressi dello stadio di San Paolo, dove si sarebbe giocata la partita inaugurale. L’organizzazione aveva già installato una specie di campeggio abusivo su un terreno libero a poche miglia dallo stadio chiamandolo “La Coppa della gente”.

Ma il governo brasiliano ha fatto in seguito alcune concessioni al MTST, inclusa la costruzione di casa sul terreno della “Coppa della gente” per i suoi membri. José da Silva, un membro del MTST, ha detto che «dal momento che il governo soddisfa le nostre richieste non abbiamo più interesse a colpire le partite». Duecento membri dell’associazione si sono accampati fuori da un palazzo del comune di San Paolo, dove si terrà un voto riguardo alla costruzione di case nella “Coppa della gente”. Da Silva ha aggiunto che «se il progetto non verrà approvato circonderemo il posto con 20mila persone finché non lo faranno».

Altrove, a Rio e a San Paolo, le autorità hanno invece calcato la mano, arrestando attivisti e interrompendo l’occupazione di una zona del porto a Recife, il 17 giugno.

Il movimento di protesta aveva già subito un brutto colpo il 6 febbraio. Durante una protesta alla stazione centrale di Rio conclusa in modo particolarmente violento, il cameraman brasiliano Santiago Andrade fu colpito da un petardo lanciato da un manifestante. Morì alcuni giorni dopo. Due uomini sono stati formalmente accusati per il suo omicidio.

La morte di Andrade ha cambiato parecchie cose. Certo, altre persone erano morte in precedenti manifestazioni e c’erano state critiche per l’eccessiva violenza della polizia: ma ora che lo stesso movimento era stato in qualche modo complice di un omicidio, aveva perso un certo primato morale. Francisco, lo studente 21enne di medicina, spiega: «fu l’occasione perfetta per criminalizzare i manifestanti. I media se ne approfittarono».

Lunedì scorso, lo stesso Francisco e qualche centinaio di protestanti sono stati presi in giro mentre passavano accanto a a una festa per tifosi organizzata dalla FIFA, dove venivano trasmesse partite dei Mondiali. «Ci hanno gridato addosso, urlandoci “buuu” in coro. Una donna ha colpito la schiena di un ragazzo con una borsetta, un’altra donna mi ha sputato addosso. È diventato abbastanza comune».

Ma c’è un altro fattore: il torneo in sé. Finora è stato un Mondiale eccezionalmente divertente, con un alto numero di gol segnati. Gli impallinati di calcio brasiliani si stanno divertendo molto a vedere eliminati squadroni europei come la Spagna, l’Italia e l’Inghilterra.

A questo si aggiunge che la loro, di squadra, sta vincendo: ha vinto 4-1 col Camerun, concludendo al primo posto nel suo girone con due vittorie e un pareggio [si è poi qualificata ai quarti battendo ai rigori il Cile, negli ottavi di finale]. Igor Pereira, un ragazzo 24enne, ha detto che sapeva che «sarebbe andata così. Abbiamo una lunga tradizione di cose di calcio che mettono in secondo piano la politica».

I Mondiali, inoltre, si sono presentati ai brasiliani in forma di 600mila stranieri, molti dei quali hanno saputo rendersi simpatici grazie a vestiti strampalati ed entusiasmo. In grosse città come San Paolo e Rio l’impatto è stato notevole. In città più piccole come Salvador – dove messicani e brasiliani hanno ballato assieme durante una festa per tifosi dopo la partita fra le due squadre finita 0-0 – l’invasione di stranieri è stata travolgente. Molti tifosi sono inoltre arrivati da altri paesi dell’America latina, coi quali i brasiliani hanno in genere pochi contatti. Rodolfo Franconi, un professore di portoghese e spagnolo al Dartmouth College, un’importante università americana, ha detto: «questa cosa è meravigliosa. Ci siamo sempre chiesti chi siamo, e quale sia la differenza fra noi e gli altri paesi latinoamericani».

Da quando i media brasiliani hanno inoltre cominciato a insistere sulle relazioni nate fra brasiliani e stranieri, il Brasile ha cominciato ad apprezzare davvero la compagnia dei gringos, come quaggiù chiamano chi arriva da fuori.

Fernanda Torres, una delle attrici brasiliane più famose, autrice ed editorialista, ha detto che «c’è in giro un orgoglio enorme, e questo è un paese molto accogliente e cordiale». Un paese che nonostante sia isolato a causa del linguaggio e dalla geografia [in Brasile si parla portoghese, mentre nel resto del continente si usa lo spagnolo], sta apprezzando il fatto di far vedere che ha una cultura molto ricca, ha aggiunto Torres. «Il Brasile è riuscito a far capire che quaggiù non c’è solo terrore, disgrazia e disagio. È riuscito a occuparsi bene di questo torneo. È un bel momento».

©Washington Post

foto: Victor Moriyama/Getty Images