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  • Domenica 29 giugno 2014

Il social marketing col morso di Suárez

Decine di grandi aziende hanno sfruttato l'episodio (gratuitamente) per ottenere visibilità e cercare di incrementare le vendite, spiega Bloomberg

Martedì 24 giugno, durante la partita più importante del girone D dei Mondiali di calcio in Brasile, l’attaccante dell’Uruguay Luis Suárez ha morso a una spalla il difensore della nazionale italiana Giorgio Chiellini: l’episodio è stato mostrato abbastanza chiaramente e subito da alcune immagini televisive, ed è stato comprensibilmente ripreso da migliaia di siti di news in diverse parti del mondo (poi Suárez è stato squalificato dalla FIFA per 4 mesi e 9 giornate, e sabato 28 giugno si è difeso sostenendo di di aver morso Chiellini per sbaglio). Oltre che oggetto di una notevole quantità di critiche e contestazioni, e anche di ironie e battute sui social network, il morso di Suárez è stato al centro di alcune efficaci campagne di marketing “contestuali” da parte di molte grandi aziende che hanno pensato di sfruttare l’imponente popolarità dei Mondiali di calcio per raggiungere un maggior numero di potenziali consumatori.

Un interessante articolo di Bloomberg ha raccolto gli esempi più significativi di questo genere di pubblicità prodotta in seguito all’episodio che ha coinvolto Suárez e Chiellini, spiegando che si tratta di una pratica di successo sempre più diffusa tra le grandi aziende: episodi del genere, se da un lato possono penalizzare i grandi sponsor, che hanno contratti con i giocatori eventualmente accusati di simili gesti antisportivi, dall’altro lato possono rappresentare per altre aziende un’importante occasione di sfruttare la notevole risonanza dell’accaduto e popolarità di questi atleti sportivi per promuovere i propri prodotti in modo creativo, e soprattutto senza dover pagare a quegli atleti neppure un centesimo.

Dopo l’annuncio della pesante sanzione da parte della FIFA – Suárez è stato squalificato per 4 mesi e 9 partite – il servizio di streaming video a pagamento Netflix, tramite il proprio account Twitter ufficiale, ha scritto: «Non preoccuparti Suarez, quattro mesi sono un sacco di tempo per divorare “House of Cards”, un morso alla volta».

PUMA – che ha prodotto le maglie dell’Italia, ed è una delle tre grandi marche di abbigliamento sportivo delle squadre del Mondiale, insieme a Nike e Adidas (con cui peraltro Suárez ha un contratto di sponsor) – ha pubblicato su Twitter un’immagine della maglia dell’Italia, e ha scritto: «I giocatori stanno troppo bene con quelle divise PUMA. Difficile resistere alla tentazione di dargli un morso».

Un’ora dopo la fine della partita, l’account Twitter di McDonald’s per l’Uruguay ha scritto: «Ciao @luis16suarez, se sei affamato viene a dare un morso a un big Mac».

L’azienda italiana Barilla ha ampiamente utilizzato i propri canali social, nelle ultime settimane, per diffondere una serie di immagini promozionali contestuali, e una delle più recenti ed efficaci dava il “bentornati a casa” ai giocatori della nazionale italiana riprendendo – molto elegantemente – il morso di Suárez. Si calcola che la campagna abbia raggiunto almeno 900 mila persone, il più alto numero di sempre per una campagna pubblicitari della Barilla, ha detto un portavoce dell’azienda.

L’episodio del morso è stato utilizzato come un pretesto utile anche da aziende che hanno utilizzato campagne pubblicitarie più tradizionali, su carta. Il giorno dopo la partita, la sezione inglese dell’azienda Philips ha acquistato lo spazio sull’ultima pagina del quotidiano Metro per diffondere la pubblicità di un suo apparecchio elettronico per la pulizia interdentale, accompagnando l’immagine del prodotto con il testo “Perfetto se ti è rimasto qualche residuo di italiani tra i denti”.

Anche Eataly, la nota società di vendita di prodotti alimentari, ha ironizzato sul caso Suárez-Chiellini approfittando di un titolo del New York Post.

eataly