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  • Domenica 22 giugno 2014

“Il bastone e la carota” di Putin, in Ucraina

Il presidente russo ha approvato il piano di pace dell'Ucraina, ma nel frattempo ha messo in preallarme le sue forze armate (e perché usa un doppio approccio?)

Ukraine's President-elect Petro Poroshenko, left, walks past Russian President Vladimir Putin during the commemoration of the 70th anniversary of the D-Day in Ouistreham, western France, Friday, June 6, 2014. World leaders and veterans gathered by the beaches of Normandy on Friday to mark the 70th anniversary of World War Two's D-Day landings. (AP Photo/Christophe Ena, Pool)
Ukraine's President-elect Petro Poroshenko, left, walks past Russian President Vladimir Putin during the commemoration of the 70th anniversary of the D-Day in Ouistreham, western France, Friday, June 6, 2014. World leaders and veterans gathered by the beaches of Normandy on Friday to mark the 70th anniversary of World War Two's D-Day landings. (AP Photo/Christophe Ena, Pool)

Sabato 21 giugno il presidente russo Vladimir Putin ha parlato del piano di pace in 14 punti presentato nei giorni scorsi dal presidente ucraino Petro Poroshenko, che prevede tra le altre cose una tregua immediata in Ucraina orientale e meridionale e una maggiore autonomia per le regioni ucraine. Putin ha giudicato favorevolmente il piano di Poroshenko: ha detto che non deve essere considerato un “ultimatum”, come invece è stato interpretato da diversi leader separatisti, e che dovrebbe essere seguito da ulteriori negoziati e compromessi tra governo ucraino e militanti filo-russi.

L’atteggiamento del governo russo nei confronti dell’Ucraina è stato definito da diversi giornalisti ed esperti come “ambiguo” e “contraddittorio”. Mentre Putin esprimeva il suo apprezzamento per il piano di Poroshenko, il governo metteva in preallarme i soldati impiegati nella Russia centrale e ordinava un’intensificazione delle esercitazioni militari. Il giornalista Neil MacFarquhar ha scritto sul New York Times che il doppio approccio che il governo russo sta usando nei confronti della crisi ucraina in questi ultimi mesi è un po’ come il sistema del bastone e della carota, ed è funzionale al raggiungimento di un obiettivo specifico: ottenere delle ampie autonomie per le regioni dell’Ucraina orientale, mettendo pressione al governo ucraino ed evitando un terzo round di sanzioni da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.

Il doppio approccio mostra però anche una divisione interna al governo russo. Neil MacFarquhar ha scritto:

«I militari e i nazionalisti hanno spinto affinché Putin annettesse in marzo la Crimea, regione autonoma dell’Ucraina, e in generale vogliono che la Russia rivendichi il suo ruolo come potenza globale, antagonista dell’Occidente. Al contrario gli economisti liberali, i potenti uomini d’affari e i diplomatici riconoscono che la Russia è ora integrata nell’economia mondiale a un livello che non si era mai verificato durante l’epoca sovietica: per questo vogliono prevenire ricadute e crisi ancora peggiori di quelle già causate dall’annessione della Crimea.»

Intanto gli scontri tra esercito ucraino e separatisti nelle regioni orientali di Donetsk e Luhansk non si sono interrotti: venerdì sera i separatisti hanno attaccato tre posti di confine ucraini, ferendo cinque militari con colpi di mortaio. Alcuni uomini armati hanno attaccato anche le forze ucraine fuori dal campo volo di Kramatorsk, nella regione di Donetsk, che era già stato luogo di scontri negli ultimi mesi. L’autoproclamato governatore della “Repubblica Democratica di Donetsk”, Pavel Gubarev, ha detto che anche a Sloviansk, città che per diverse settimane è stata considerata il centro del separatismo filorusso, stanno proseguendo gli scontri. Gubarev ha accusato il presidente Poroshenko di non raccontare la verità sulla tregua in Ucraina orientale: «O le forze ucraine non sono più sotto il suo controllo, o lui è soltanto un bugiardo».