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  • Mercoledì 18 giugno 2014

Il mirino degli inquirenti si commenta da sé

Un articolo di Guido Ceronetti sulla catasta di luoghi comuni linguistici che lo circondano (l'articolo), da "rimboccarsi le maniche" in giù

«Il luogo comune è il linguaggio, ormai», scrive Guido Ceronetti su Repubblica oggi, elencando una serie di pigri cliché linguistici di cui i media e i giornali – compreso quello che pubblica l’articolo di Ceronetti contro i luoghi comuni – riempiono le loro esposizioni, e che poi ricadono nel linguaggio di lettori, spettatori televisivi, ascoltatori della radio, e italiani tutti. Al Post avevamo abbozzato una lista e una riflessione sul tema, Ceronetti la porta avanti, ma è una fatica improba. Ops.

Il luogo comune, sciagura a noi, è il linguaggio , ormai, è il parlato italiano della fine. Ne elenco un certo numero: anche un piccolo esito (cento, duecento bravi che lo escludano dalle loro comunicazioni verbali, specie se pubbliche) merita il canto di Simonide per i caduti delle Termopili. Cominciamo dal più logoro, dal più scopino di latrina infetta, dal rifugio di tutti i predicanti: rimboccarsi le maniche!
Posso dire che, nella mia lunghissima carriera scribacchina, non l’ho mai usato: lo scrivo adesso soltanto per svergognarlo, additarlo al disprezzo, schernirlo.
È il re dei luoghi comuni, un non invidiabile trono. È il transito obbligatorio di tutte le scempiaggini politiche. Signore Iddio, sappiamo quanto sei tirchio nell’elargire salvezze, ma dà orecchio a questo granellino di senape di supplica: liberaci dalle maniche rimboccate, dai loro rimboccatori, dall’ideologia rimbocchista, dal rimbocchimento generale dell’italiano medio e universitario.
Tradotta in sermone legittimo la locuzione significa molto semplicemente “lavorare con impegno”, cosa che a nessuno piace, mentre a rimboccarsi le maniche tutti sono pronti sempre. La metafora è di epoca agricola (tra il Gesualdo verghiano e il Doganiere Rousseau) ed è forse ancora perspicua in sopravvissute gare bocciofile. Oggi i benemeriti dei lavori agricoli hanno maniche corte e canottiere di filo di Scozia fragranti. Ma avrete visto il cavalier Mussolini in piedi sulla trebbiatrice, a torso nudo, tra i covoni dorati e le massaie incinte: come si sarebbe rimboccate le maniche, pur operando con tanto impegno per l’Istituto Luce?

(continua a leggere sulla rassegna stampa di Jack’s Blog)