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  • Giovedì 27 marzo 2014

Il nuovo campionato per le nazionali europee

Inizierà nel 2018, non sostituirà gli Europei di calcio né le qualificazioni agli Europei ed è piuttosto contorto

UEFA (European football union) President, French Michel Platini delivers a speech, on March 22, 2011 at the Grand Palais in Paris, during the 35th UEFA congress, which is due to elect this afternoon a new head. Platini who runs for a second term, is the only candidate,AFP PHOTO PATRICK KOVARIK (Photo credit should read PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)
UEFA (European football union) President, French Michel Platini delivers a speech, on March 22, 2011 at the Grand Palais in Paris, during the 35th UEFA congress, which is due to elect this afternoon a new head. Platini who runs for a second term, is the only candidate,AFP PHOTO PATRICK KOVARIK (Photo credit should read PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)

La UEFA, l’organismo di governo del calcio europeo, ha approvato la creazione della “Nations League”, una sorta di torneo per nazionali europee la cui prima edizione si terrà nel 2018, dopo i Mondiali di calcio in Russia. Alla competizione parteciperanno tutte le 54 nazionali dei paesi appartenenti alla UEFA e le sue partite andranno in gran parte a sostituire le amichevoli – che secondo Platini «non interessano né al pubblico, né ai giocatori né ai giornalisti» – che tradizionalmente si giocano fra una partita e l’altra dei gironi di qualificazioni dei Mondiali o degli Europei: gironi che però non verranno eliminati, ma che semplicemente cominceranno dopo la prima fase della Nations League.

La struttura
Come scrive la stessa UEFA, la struttura del nuovo torneo «non è ancora stata rifinita» e sarà oggetto di ulteriori trattative nei prossimi anni. A grandi linee, comunque, le 54 squadre dovrebbero essere divise in quattro grandi gruppi, o serie, a seconda del ranking: ci saranno il Gruppo A, con le 12 squadre con il ranking più alto, il Gruppo B con quelle dal 13esimo in giù, e così via. A loro volta, questi gruppi saranno divisi in quattro gironi da tre o quattro squadre, che quindi giocheranno fra di loro 4 o 6 partite (a seconda che siano in un girone da 3 o da 4) fra settembre e novembre del 2018.

A quel punto la competizione si interromperà; nel senso che le quattro vincitrici dei gironi del gruppo A si giocheranno il titolo nel 2019, mentre le quattro vincitrici dei gironi degli altri gruppi parteciperanno nel marzo del 2020 ai play-off per gli Europei del giugno 2020. Parallelamente, in ogni caso, dal marzo 2019 cominceranno i gironi di qualificazioni degli Europei, che secondo la UEFA non subiranno variazioni (attualmente le prime due dei 9 gironi di qualificazione si qualificano direttamente). A cambiare saranno i play-off, che verranno giocati fra le vincitrici dei mini-gironi dei gruppi A, B, C e D della Nations League, nel caso non si siano ancora qualificate grazie ai gironi tradizionali.

La UEFA aggiunge anche che ci saranno dei sistemi per cambiare gruppi, e cioè qualificarsi o retrocedere nel Gruppo A, B, C o D, ma non è ancora chiaro secondo quali modalità.

In questo modo, per esempio, le nazionali minori come San Marino o l’Azerbaigian avranno più interesse a giocare le partite della Nations League, che dà accesso diretto all’Europeo, piuttosto che quelle dei tradizionali gironi, nei quali affrontano squadre solitamente molto più forti. Ma il ragionamento può valere anche per una nazionale di medio livello, che magari è nel Gruppo C di Nations League – con squadre decisamente alla sua portata – mentre nel girone tradizionale ha davanti 3-4 squadre nettamente più forti.

foto: PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images