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  • Domenica 19 gennaio 2014

Gli scontri di domenica a Kiev

In mattinata più di 100 mila persone hanno manifestato a Kiev contro una nuova legge che punisce le proteste, poi sono cominciati scontri violenti con la polizia

Protesters clash with police on January 19, 2014 during an opposition rally in the centre of the Ukrainian capital Kiev in a show of defiance against strict new curbs on protests. 200,000 protesters expressed frustration over the lack of a clear programme from the opposition leaders after almost two months of protests over the government's ditching of a pact with the EU under Russian pressure. AFP PHOTO / SERGEI SUPINSKY (Photo credit should read SERGEI SUPINSKY/AFP/Getty Images)
Protesters clash with police on January 19, 2014 during an opposition rally in the centre of the Ukrainian capital Kiev in a show of defiance against strict new curbs on protests. 200,000 protesters expressed frustration over the lack of a clear programme from the opposition leaders after almost two months of protests over the government's ditching of a pact with the EU under Russian pressure. AFP PHOTO / SERGEI SUPINSKY (Photo credit should read SERGEI SUPINSKY/AFP/Getty Images)

La mattina di domenica 19 gennaio, dopo settimane di grandi proteste contro il rafforzamento dei rapporti politici e commerciali con la Russia, più di 100mila persone hanno manifestato a Kiev, in Ucraina, contro alcune nuove leggi approvate la scorsa settimana dal governo del presidente Viktor Yanukovich; in base ad esse sarà possibile punire chiunque organizzi qualsiasi tipo di manifestazione pubblica non autorizzata o anche semplicemente fornisca gli strumenti e i materiali necessari per farlo.

Nel corso della giornata, la manifestazione di protesta – finora la più grande del 2014, per numero di partecipanti – si è rapidamente trasformata in una serie di scontri molto violenti tra la polizia e i manifestanti, alcuni dei quali, con il volto coperto e indossando dei caschetti da operaio, hanno utilizzato sassi e bastoni e hanno incendiato un mezzo della polizia. Secondo i media locali, la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.

I leader dell’opposizione hanno definito “dei provocatori” i manifestanti che hanno dato vita agli scontri. Vitaly Klitschko, ex pugile e leader del partito liberale di centro-destra Udar, tra i più carismatici sostenitori delle proteste di questi mesi, si trovava con i manifestanti vicino a piazza dell’Indipendenza, e ha condannato l’atteggiamento violento di alcuni di loro cercando di dissuaderli dall’attaccare la polizia.

 

 

 

In base alla nuova legge potrà essere condannato, per esempio, anche chi utilizza senza autorizzazione un megafono in un luogo pubblico, e sarà proibito indossare maschere sul volto o caschi protettivi. Molti manifestanti di domenica, in segno di protesta, indossavano sulla testa pentole, colapasta e caschetti da operaio. I leader dell’opposizione sono concordi nel definire “incostituzionale” la nuova legge approvata da Yanukovich, che porterebbe l’Ucraina a diventare uno “stato di polizia”. Nei giorni scorsi alcuni di loro hanno inoltre invitato la popolazione a creare una sorta di struttura di potere alternativa, che includa un’assemblea popolare e una nuova costituzione.

La protesta contro la nuova legge si inserisce nel contesto più ampio del movimento che da molte settimane chiede le dimissioni del governo di Viktor Yanukovich e una maggiore vicinanza del paese all’Unione Europea. I manifestanti, nelle ultime settimane, hanno inoltre chiesto la liberazione di Yulia Tymoshenko, ex presidente dell’Ucraina che si trova in carcere da oltre due anni per abuso di potere e appropriazione indebita.

Le proteste vanno avanti da oltre due mesi e sono cominciate dopo che il presidente Yanukovych aveva interrotto una serie di colloqui con i leader europei, arrestando il percorso che avrebbe introdotto il paese nell’Unione Europea. Poi, a dicembre, Yanukovych e il presidente russo Vladimir Putin – provocando nuove proteste e manifestazioni – firmarono un accordo con cui il governo russo si impegnò a tagliare il prezzo del gas che viene esportato in Ucraina, e ad acquistare circa 10 miliardi di euro in titoli di stato ucraini.