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  • Giovedì 2 gennaio 2014

Un’altra ragazzina stuprata e uccisa in India

A Calcutta una dodicenne è stata bruciata viva dalle stesse persone che l'avevano violentata due mesi fa, e volevano ritirasse la denuncia: ci sono manifestazioni e proteste

Indian activists hold candles as they participate in a mass meeting to protest against the gangrape and murder of a teenager in Kolkata on January 2, 2014. An Indian teenager near the eastern city of Kolkata has been gangraped twice and then burned alive, police said, sparking protests after she died of her injuries.The 16-year-old was assaulted first on October 26, 2013 and then again the day after by a group of more than six men near her family's home in Madhyagram town, about 25 kilometres (15 miles) north of Kolkata. After being set on fire on December 23, she died in a state-run hospital on December 31. AFP PHOTO/Dibyangshu SARKAR (Photo credit should read DIBYANGSHU SARKAR/AFP/Getty Images)
Indian activists hold candles as they participate in a mass meeting to protest against the gangrape and murder of a teenager in Kolkata on January 2, 2014. An Indian teenager near the eastern city of Kolkata has been gangraped twice and then burned alive, police said, sparking protests after she died of her injuries.The 16-year-old was assaulted first on October 26, 2013 and then again the day after by a group of more than six men near her family's home in Madhyagram town, about 25 kilometres (15 miles) north of Kolkata. After being set on fire on December 23, she died in a state-run hospital on December 31. AFP PHOTO/Dibyangshu SARKAR (Photo credit should read DIBYANGSHU SARKAR/AFP/Getty Images)

A Calcutta, in India, migliaia di persone hanno manifestato per le strade a seguito della morte di una ragazzina di dodici anni, presumibilmente bruciata viva dalle persone che l’avevano stuprata due mesi prima. Inizialmente la stampa indiana aveva detto che la ragazzina aveva 16 anni ma venerdì lo Hindustan Times ha scritto che secondo i documenti della sua iscrizione a scuola era nata nel 2001, correggendosi. Alla manifestazione hanno partecipato anche i rappresentanti di diverse associazioni e partiti politici (l’India è di fatto già in campagna elettorale, si vota in primavera).

La ragazza era stata stuprata da sei persone lo scorso 26 ottobre, e poi di nuovo il giorno seguente, dopo aver fatto denuncia alla polizia. La sua famiglia aveva cominciato a ricevere minacce e pressioni perché la denuncia venisse ritirata, scrive lo Hindustan Times, tanto da essere costretta a cambiare casa e trasferirsi nei pressi dell’aeroporto. Il 23 dicembre la ragazza è stata trovata a casa coperta di ustioni: inizialmente si pensava che si fosse data fuoco nel tentativo di suicidarsi ma poi il 27 dicembre, una volta ripreso conoscenza, ha detto di essere stata bruciata da due delle persone che l’avevano violentata. La ragazza è morta il 31 dicembre a causa delle ustioni. Le persone accusate di averla violentata e uccisa sono in carcere.

I manifestanti, tra le altre cose, accusano la polizia di aver tentato di coprire gli autori delle violenze: il padre della ragazza ha detto di essere stato minacciato anche dalla polizia, che poi ha fatto grandi pressioni sulla famiglia perché il cadavere della ragazza venisse cremato. Intanto le analisi hanno mostrato come la ragazza fosse incinta da un mese, quando è stata uccisa: ora il suo DNA sarà confrontato con quello delle persone accusate. Nuove proteste sono state organizzate per i prossimi giorni.

Questa storia ricorda molte altre cose simili successe in India negli ultimi mesi. Lo scorso agosto una bambina di 7 anni è stata stuprata a bordo di un treno nell’India centrale. Nel dicembre del 2012 il caso di una ragazza di 23 anni stuprata da cinque uomini su un autobus a New Delhi e morta dodici giorni dopo per le ferite ricevute aveva generato proteste durante settimane e un dibattito pubblico sul problema delle violenze sessuali nel paese. I commentatori sono concordi nel dire che il problema riguarda tanto la gestione dei casi da parte delle autorità – in molti casi è la polizia stessa che invita a non denunciare lo stupro – quanto una culturale mancanza di rispetto nei confronti delle donne. Nella sola città di New Delhi ci sono stati 572 casi di stupro nel corso del 2011 e oltre seicento nell’anno successivo.

Nonostante in India si commettano stupri e attacchi con l’acido su donne e minori quasi quotidianamente, lo stupro di Delhi è diventato un caso soprattutto per la brutalità con cui la giovane donna era stata stuprata e poi abbandonata per strada insieme con un amico. La vicenda aveva provocato manifestazioni di protesta in tutto il paese e aveva portato all’approvazione di nuove norme per garantire maggiore sicurezza e protezione per le donne, oltre a leggi più dure contro la violenza di genere, con l’introduzione nell’aprile 2013 della pena di morte in due casi: quando la donna stuprata muore o viene ridotta allo stato vegetativo e per i recidivi.

foto: una manifestazione a Calcutta il 2 gennaio 2014. (DIBYANGSHU SARKAR/AFP/Getty Images)