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  • Giovedì 12 dicembre 2013

Piazza dell’Indipendenza è ancora occupata

Migliaia di manifestanti hanno trascorso un'altra notte al gelo a Kiev, nonostante i tentativi di sgombero della polizia: gli Stati Uniti hanno criticato il governo e minacciano sanzioni

Nonostante i tentativi di sgombero effettuati mercoledì da centinaia di poliziotti, nella notte appena trascorsa circa cinquemila persone hanno occupato piazza dell’Indipendenza a Kiev per proseguire la loro protesta contro il governo e il presidente ucraino, Victor Yanukovich, accusati di seguire politiche per riavvicinare l’Ucraina alla Russia allontanandola dall’Europa. La polizia era entrata ieri in piazza per distruggere le barricate costruite dai manifestanti, che hanno respinto gli attacchi costringendo gli agenti a rinunciare alla loro iniziativa nel grande spiazzo in cui è stato collocato un grande accampamento con tende e baracche.

Il tentativo di sgombero era stato duramente criticato dalle autorità dell’Unione Europea e soprattutto dagli Stati Uniti, con una nota in cui il segretario di Stato John Kerry esprimeva il proprio “disgusto” per il tentativo di rimuovere con la forza migliaia di manifestanti pacifici. Nelle ultime ore gli Stati Uniti hanno confermato la loro vicinanza a chi protesta, ventilando la possibilità di imporre sanzioni contro il governo ucraino, nel caso in cui ci fossero altre violenze nei confronti dei manifestanti da parte delle forze dell’ordine.

Il dipartimento di Stato americano ha invitato il governo ucraino a non usare la forza e a non provare a risolvere la crisi coinvolgendo l’esercito. Il ministro della Difesa dell’Ucraina, Pavlo Lebedev, si è sentito telefonicamente con il suo omologo statunitense, Chuck Hagel, cui ha confermato di non avere alcuna intenzione di utilizzare l’esercito contro le persone che da giorni occupano piazza dell’Indipendenza e il vicino palazzo del comune di Kiev. Hagel ha ricordato che l’utilizzo dei militari complicherebbe la situazione interna e renderebbe più difficili i rapporti diplomatici con gli Stati Uniti.

Mercoledì sia l’assistente del segretario di Stato americano, Victoria Nuland, sia l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea, Catherine Ashton, hanno incontrato i manifestanti e alcuni rappresentanti del governo di Yanukovich. Hanno ribadito l’importanza di risolvere pacificamente il problema e spinto, più o meno esplicitamente, per riaprire il confronto sul mancato accordo commerciale tra Ucraina e Unione Europea, dovuto alle forti pressioni ricevute dalla Russia che non vuole perdere la propria influenza sul paese.

Per tranquillizzare tutti dopo il tentativo di sgombero fallito mercoledì, Yanukovich ha confermato che le forze dell’ordine non utilizzeranno la forza contro chi manifesta pacificamente. Ha inoltre invitato l’opposizione a tornare a discutere per “trovare un compromesso” e per abbandonare “la politica degli ultimatum”. Il leader dell’opposizione Vitalij Klitschko ha risposto dicendo che con il recente tentativo di sgombero “Yanukovich ha chiuso qualsiasi strada verso il compromesso: ci siamo resi conto che non ha alcun desiderio di parlare con la gente e che capisce solamente l’uso della forza bruta, che viene usata contro i manifestanti”.