La democrazia è solo laica

Emanuele Trevi spiega sul Corriere che i francesi lo sanno, e noi sembra di no

Emanuele Trevi sul Corriere della Sera di mercoledì 27 novembre ha spiegato perché la “festa della laicità” che si celebra in Francia il 9 dicembre non va irrisa e andrebbe invece presa particolarmente sul serio, soprattutto se si considera che l’Italia è un posto in cui “concezioni metafisiche del tutto opinabili intervengono a ledere diritti fondamentali che riguardano il rapporto dell’individuo con tutti i nodi che prima o poi vengono al pettine”.

Come tante idee nobili e degne di rispetto, anche la Festa della Laicità che si celebra in Francia il 9 dicembre rischia di attirarsi qualche sonora pernacchia. La stessa idea di una festa, infatti, evoca in qualche maniera la personificazione di una virtù astratta, e dunque la creazione di una nuova divinità. Un malinteso ricorrente nella storia francese: fin dai banchi di scuola abbiamo imparato a sorridere del culto della Ragione che i giacobini intendevano sostituire alla vecchia fede, nemica del progresso e complice della tirannia. Un vero laico non può che storcere il naso. A sostituire una religione con un’altra si rischia solo di far rimpiangere amaramente quella che è stata spodestata. Mille volte meglio le vecchie, care monache di un nuovo ordine di sacerdotesse del materialismo, del disincanto, della geometria! E allora, bisognerà cercare di spiegare bene in cosa consiste, ridotta all’essenziale, la questione della laicità, e perché si tratta di una cosa talmente importante che agli occhi di molti, non solo francesi, la stessa qualità della nostra vita ne viene coinvolta.

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Foto: religiosi attendono l’arrivo di papa Francesco sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro, Brasile, 28 luglio 2013.
(YASUYOSHI CHIBA/AFP/Getty Images)