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  • Martedì 22 ottobre 2013

Un dito medio gigante per le elezioni in Repubblica Ceca

È dell'artista David Cerny: si trova a Praga ed è diretto al presidente Zeman in vista delle elezioni di questo fine settimana

RESTRICTED TO EDITORIAL USE, MANDATORY MENTION OF THE ARTIST UPON PUBLICATION, TO ILLUSTRATE THE EVENT AS SPECIFIED IN THE CAPTION
People sailing on the boats on Vltava River look at the giant purple middle finger sculpture by Czech artist David Cerny on October 21, 2013 in Prague. This artwork installed today, four days before the Czech early general election, on the Vltava River is adressed to Czech president Milos Zeman who’s residency is at Prague Castle (in background). AFP PHOTO /MICHAL CIZEK (Photo credit should read MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images)

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People sailing on the boats on Vltava River look at the giant purple middle finger sculpture by Czech artist David Cerny on October 21, 2013 in Prague. This artwork installed today, four days before the Czech early general election, on the Vltava River is adressed to Czech president Milos Zeman who’s residency is at Prague Castle (in background). AFP PHOTO /MICHAL CIZEK (Photo credit should read MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images)

Lunedì 21 ottobre sul fiume Moldava, a Praga, in Repubblica Ceca, è comparsa un’installazione molto particolare: una mano viola, di plastica, da cui parte un dito medio alto più di nove metri, alzato verso il cielo. Il dito, che è stato posizionato su una chiatta poco lontano dal Ponte Carlo, è in realtà un simbolo con un significato politico ben preciso, come ha spiegato al New York Times il suo autore, lo scultore ceco David Cerny: «Questo dito è rivolto direttamente ai politici dei castelli. Dopo 23 anni sono inorridito dalla prospettiva che i comunisti ritornino al potere e che Zeman [Milos Zeman, presidente della Repubblica Ceca] li aiuti».

Cerny fa riferimento alla grave crisi politica che da mesi ha colpito la Repubblica Ceca, tra scandali di corruzione e governi costretti a dimettersi per la mancanza di una maggioranza parlamentare. I cittadini cechi andranno a votare per rinnovare il parlamento venerdì 25 e sabato 26 ottobre, sette mesi prima della scadenza formale della legislatura iniziata quattro anni fa, in un clima politico molto teso. Il presidente Zeman, diretto destinatario del messaggio di Cerny, si trova in visita ufficiale in Ucraina e non ha voluto commentare l’installazione.

Cerny, 45 anni, è un artista conosciuto per le sue opere provocatorie, che già in passato hanno aperto discussioni e suscitato parecchi imbarazzi (la sola pagina di accesso al suo sito internet dà un’idea della sua stravaganza): in una delle sue opere più note, per esempio, Cerny aveva raffigurato la Germania attraverso una rete autostradale che ricordava molto una svastica. Nel maggio 1991, a soli 23 anni, Cerny fu arrestato dopo avere dipinto di rosa un carro armato sovietico che doveva essere usato per la commemorazione della liberazione della Cecoslovacchia da parte dell’Armata Rossa nel 1945.

L’installazione del dito comparsa sul fiume Moldava, scrive il New York Times, è parte di una tradizione ceca di ribellione culturale risalente al periodo comunista, quando artisti, scrittori e musicisti (come i Plastic People of the Universe) cantavano testi sovversivi e facevano gesti di rivolta contro le autorità. La differenza rispetto all’era comunista è che ora Cerny può contare anche sull’appoggio delle autorità, o almeno una parte di esse: l’installazione del dito è stata infatti autorizzata dall’autorità nautica locale. Lunedì comunque Cerny ha ricevuto molte critiche per la sua installazione, specie su Facebook. Cerny ha detto di essere stato definito un “maiale capitalista” da alcuni sostenitori dei comunisti cechi e di temere anche che la sua opera venisse rimossa.

Le vicende politiche recenti della Repubblica Ceca sono molto travagliate. Il 16 giugno scorso l’allora primo ministro conservatore ceco, Petr Nečas, aveva deciso di dimettersi insieme a tutti i membri del suo governo, a causa di un grosso scandalo di corruzione e spionaggio che aveva coinvolto molte persone vicino all’esecutivo. Si era aperta così una crisi politica, e a fine giugno il presidente Zeman aveva incaricato l’economista Jiří Rusnok di formare un nuovo governo.

Da subito, però, il cosiddetto “governo del presidente” aveva ricevuto molte critiche. Sia da parte dei Socialdemocratici della CSSD, il principale partito di opposizione che chiedeva elezioni anticipate a settembre, sia dalla coalizione di centro-destra che aveva sostenuto il precedente governo e che rivendicava il diritto di formarne uno nuovo poiché aveva ottenuto nelle elezioni del 2010 la maggioranza in Parlamento. Rusnok però non era riuscito a ottenere la fiducia del parlamento, inducendo Zeman a indire nuove elezioni, che si terranno tra pochi giorni.