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  • Lunedì 17 giugno 2013

Il primo ministro della Repubblica Ceca si è dimesso

Petr Nečas ha lasciato l'incarico oggi, a causa di uno scandalo di corruzione e spionaggio che coinvolge il capo del suo staff, con cui si dice abbia una relazione

Czech Prime Minister Petr Necas attends a press conference after the Visegrad Group meeting with Japanese Prime Minister Shinzo Abe on June 16, 2013 in Warsaw. The Visegrad Group is an alliance of four Central European states Czech Republic, Hungary, Poland and Slovakia. Abe meets the leaders of four ex-communist European countries on Sunday at a regional summit in Warsaw, where he is expected to promote the country's nuclear technologies. AFP PHOTO/JANEK SKARZYNSKI (Photo credit should read JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images)
Czech Prime Minister Petr Necas attends a press conference after the Visegrad Group meeting with Japanese Prime Minister Shinzo Abe on June 16, 2013 in Warsaw. The Visegrad Group is an alliance of four Central European states Czech Republic, Hungary, Poland and Slovakia. Abe meets the leaders of four ex-communist European countries on Sunday at a regional summit in Warsaw, where he is expected to promote the country's nuclear technologies. AFP PHOTO/JANEK SKARZYNSKI (Photo credit should read JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images)

Aggiornamento delle 19: Petr Nečas si è ufficialmente dimesso dalla carica di primo ministro della Repubblica Ceca.

Domenica 16 giugno il primo ministro della Repubblica Ceca, Petr Nečas, ha annunciato le sue dimissioni e quelle di tutti i membri del proprio governo in seguito a uno scandalo di corruzione e spionaggio che ha coinvolto molte persone a lui vicine, fra cui il capo del suo staff Jana Nagyova, che collabora con lui da dieci anni, e alcuni dirigenti dell’intelligence, che sono stati arrestati. Nečas si è ufficialmente dimesso lunedì 17 e ha anche detto che lascerà la politica e che non sarà più il capo di Občanská demokratická strana (ODS), il partito di centrodestra che aveva vinto le elezioni nel 2010 e che fino a poco tempo fa aveva la maggioranza in Parlamento.

Nečas ha 48 anni, è laureato in Fisica e ha ricoperto molte cariche politiche dal 1998 in avanti: fino al 2002 ha presieduto la commissione Difesa del Parlamento ceco, è stato due volte vice primo ministro nei due governi Topolanek e ministro del Lavoro fino al 2009. Il quotidiano conservatore Lidové noviny, il più antico della Repubblica Ceca, ha spiegato che il suo consenso all’interno del partito conservatore e fra i cechi è dovuto al fatto che sebbene non sia dotato di grande carisma è sempre uscito pulito dai moltissimi scandali che hanno coinvolto il partito.

Nečas aveva vinto le elezioni nel maggio del 2010 a capo di una coalizione di tre partiti conservatori, tra i quali il più grande era l’ODS, che assieme avevano preso più del 45 per cento dei voti: ne era uscita una maggioranza molto forte, ma a causa di molti problemi, tra i quali i rapporti molto tesi fra i tre partiti e la relativa poca efficacia di alcune riforme, il governo nei mesi scorsi era finito in minoranza di circa due voti ed era da tempo in bilico.

Il New York Times scrive che la corruzione nel paese è diffusissima, grazie all’«eredità del comunismo, cioè la presenza di molte tangenti e della poca efficacia delle leggi, unita alle privatizzazioni sfrenate degli anni Novanta.»

Le accuse
Reuters scrive che Jana Nagyova, il capo dello staff di Nečas, è ora al centro del più grande scandalo di corruzione dalla nascita della Repubblica Cena, nel 1993: è accusata di aver corrotto tre ex parlamentari affinchè lasciassero il proprio seggio in cambio di un posto in aziende governative e di aver fatto pressioni sull’intellingence affinchè spiasse tre persone, fra le quali la moglie di Nečas – dalla quale il primo ministro aveva detto settimana scorsa di stare per divorziare.

Sui giornali cechi circolavano da tempo voci secondo le quali Nečas e Nagyova avevano una relazione, che però non erano mai state confermate. Nei giorni scorsi 400 agenti della polizia ceca hanno sequestrato in vari conti bancari 150 milioni di corone ceche, pari a circa 5,8 milioni di euro, oltre a vari chili di lingotti d’oro e moltissimi documenti. Non è ancora chiaro a chi fosse diretto il denaro né a cosa servisse, ma il procuratore capo dello Stato Ivo Istvan ha detto che le accuse di spionaggio e corruzione «sono connesse fra di loro».

Nonostante Nečas nei giorni scorsi avesse dichiarato che né lui né i suoi collaboratori avessero commesso qualcosa di disonesto, domenica ha annunciato le sue dimissioni in un messaggio televisivo aggiungendo che «gli sconvolgimenti della mia vita privata stanno pesando eccessivamente sulla scena poltica ceca e sul partito». Secondo Rob Cameron, l’inviato della BBC a Praga, questa è la prima, implicita ammissione della relazione fra Nečas e Nagyova. Eduard Bruna, uno degli avvocati di Nagyova, ha detto che la sua cliente aveva richiesto all’intelligence di sorvegliare la moglie di Nečas e altre persone poichè la loro sicurezza personale era in pericolo. Nagyova ha anche negato alcune delle accuse che le sono rivolte, mentre riguardo altre ha detto di avere agito in buona fede.

E adesso?
Il Presidente della Repubblica Milos Zeman, ex primo ministro e popolare socialdemocratico, secondo la Costituzione ceca ha tre opzioni: può scegliere un governo ad interim che resti in carica fino alla fine dell’attuale legislatura, cioè fino a giugno del 2014, accogliere la proposta di governo da parte di una nuova coalizione oppure sciogliere le camere. Petr Nečas ha affermato che l’ODS tenterà di formare un nuovo governo e che proporrà dei nomi per la carica di primo ministro. Reuters scrive che l’unico modo che ha l’ODS di conservare la carica di primo ministro è quello di cercare i voti dei parlamentari indipendenti, che già in precedenti occasioni avevano votato a favore di alcuni provvedimenti del governo. Secondo Mladá fronta DNES, un quotidiano conservatore ceco, Zeman al momento preferirebbe sciogliere le camere.

Zeman potrà comunque proporre fino a tre persone diverse per la carica di primo ministro al Parlamento, che dovrà ratificare la scelta del Presidente della Repubblica con un voto di fiducia: nel caso che nessuno dei tre tentativi andasse a buon fine secondo la legge dovranno tenersi le elezioni anticipate. Il partito socialista e quello di estrema sinistra hanno chiesto chiesto a Zeman di sciogliere le camere, e nelle ultime ore si è unito alle loro richieste anche Věci veřejné, un partito liberale di destra che fino a pochi giorni fa era al governo con Nečas.

 

foto: JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images