• Mondo
  • Lunedì 14 ottobre 2013

Le proteste contro gli immigrati a Mosca

Sono iniziate per l'omicidio di un ragazzo russo in un quartiere della capitale: 1200 persone sono state arrestate

Police officers guard a vandalised street, the site of mass rioting in the southern Biryulyovo district of Moscow, late on October 13, 2013. Mass rioting broken out today in a southern Moscow district after a mixed crowd of nationalists and locals attacked a warehouse run by migrants and natives of the Caucasus. The riot was prompted by the fatal stabbing of an ethnic Russian in the area. AFP PHOTO / VASILY MAXIMOV (Photo credit should read VASILY MAXIMOV/AFP/Getty Images)
Police officers guard a vandalised street, the site of mass rioting in the southern Biryulyovo district of Moscow, late on October 13, 2013. Mass rioting broken out today in a southern Moscow district after a mixed crowd of nationalists and locals attacked a warehouse run by migrants and natives of the Caucasus. The riot was prompted by the fatal stabbing of an ethnic Russian in the area. AFP PHOTO / VASILY MAXIMOV (Photo credit should read VASILY MAXIMOV/AFP/Getty Images)

Nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 ottobre la polizia russa ha arrestato almeno 1200 persone durante una serie di proteste e scontri molto violenti che si sono verificati nel quartiere Biryulevo, a sud di Mosca, in Russia. Le violenze si sono diffuse dopo che giovedì sera un uomo, non ancora identificato, ha accoltellato e ucciso un ragazzo russo di 25 anni, Yegor Shcherbakov, davanti alla fidanzata in un quartiere di Mosca. L’immagine dell’uomo è stata ripresa da una telecamera di sicurezza e diffusa da alcuni media russi, che hanno suggerito che l’uomo non sembrava avere origini slave: secondo BBC questo avrebbe portato diversi nazionalisti russi a identificarlo come un immigrato musulmano originario della zona del Caucaso settentrionale, cioè proveniente dai territori delle entità federali sotto sovranità russa, come la Cecenia, l’Inguscezia e il Daghestan. La questione della immigrazione a Mosca è molto delicata, ed è stata anche uno dei temi principali delle recenti elezioni del sindaco della capitale.

Come risposta alla diffusione dell’immagine dell’uomo, domenica pomeriggio gli abitanti del quartiere di Mosca hanno iniziato a protestare pacificamente, chiedendo alle forze dell’ordine di arrestare il colpevole dell’omicidio. Le proteste si sono trasformate in scontri violenti quando un gruppo di persone – secondo alcuni testimoni appartenenti a movimenti di estrema destra – ha preso d’assalto un centro commerciale, considerato un luogo di incontro degli immigrati provenienti dai territori del Caucaso. Alcuni militanti dello stesso gruppo, inoltre, hanno fatto irruzione in un magazzino di frutta e verdura che dà lavoro a diversi immigrati del Caucaso e dall’Asia centrale: hanno cantato slogan razzisti (come “La Russia ai russi” e “Potere ai bianchi”), hanno incendiato cassonetti per le strade, danneggiato decine di automobili e lanciato bottiglie contro la polizia. Gli scontri sono poi proseguiti fino a tarda notte.

«Durante gli arresti dei più facinorosi per violazione di ordine pubblico, 6 agenti di polizia sono rimasti feriti: 4 di loro sono stati curati sul posto mentre altri 2 sono stati portati in ospedale perché feriti più gravemente», ha detto il capo della polizia di Mosca Anatoliy Yakunin, precisando che molti di questi estremisti erano ubriachi. Secondo l’agenzia di stampa Interfax, molto vicina al governo russo, almeno 23 persone tra i manifestanti sono rimasti feriti e portati in ospedale (8 di loro sono ricoverati ma nessuno è in gravi condizioni). Altri scontri con la polizia in tenuta antisommossa si sono verificati anche nella parte nord-orientale di Mosca, dove sono stati arrestati circa 60 manifestanti.

La rivolta di ieri è stata la più violenta legata ai temi dell’immigrazione che si è verificata in Russia negli ultimi tre anni. L’ultima protesta contro gli immigrati risaliva al dicembre del 2010, quando un uomo originario del Caucaso settentrionale fu accusato di avere ucciso un cittadino russo al termine di una partita di calcio; in quell’occasione gli scontri tra nazionalisti e polizia arrivarono fino al palazzo presidenziale, nel centro di Mosca. In Russia – dove vivono circa 185 diversi gruppi etnici – le tensioni tra slavi, immigrati dell’Asia centrale e russi originari del Caucaso sono molto frequenti. A luglio, ad esempio, i residenti della città di Pugačëv, nel sud est del paese, avevano chiesto l’allontanamento forzato dei ceceni della zona dopo che un cittadino russo era stato accoltellato e ucciso probabilmente da un ceceno.

Negli ultimi anni, la migrazione in Russia di persone che provengono dal Caucaso e dagli ex paesi dell’Urss è aumentata notevolmente, anche a causa della crisi economica: secondo le statistiche ufficiali presentate all’inizio di quest’anno dal Servizio Federale di Migrazione, nel paese ci sono oltre 3 milioni di immigrati clandestini e circa 11 milioni con regolari permessi. Tuttavia, secondo alcune stime non ufficiali, il numero degli irregolari va dai 10 ai 12 milioni.