Il primo rapporto annuale dello IOR

La banca del Vaticano ha diffuso per la prima volta dei dati sul suo funzionamento, mostrando che non è molto diverso da una banca normale

Martedì 1 ottobre 2013 lo IOR (Istituto per le Opere di Religione) ha pubblicato per la prima volta nella sua storia un rapporto sulle attività annuali, riferito al 2012. È una novità importante per la cosiddetta “banca del Vaticano”, fondata 126 anni fa, che da una parte deriva dai cambiamenti degli ultimi mesi in materia di norme anti-riciclaggio e dall’altra permette di comprendere meglio il funzionamento di una delle istituzioni finanziarie più famose del mondo per la sua scarsa trasparenza.

Il rapporto 2012 (qui il PDF) è un documento di 100 pagine che presenta attraverso grafici e tabelle lo stato dei conti dello IOR. Per molto tempo il Vaticano ha ripetuto che lo IOR non era una banca tradizionale, limitando in qualche modo le sue attività alla gestione dei beni degli enti ecclesiastici e alle operazioni di beneficenza. Dopo la pubblicazione del rapporto, però, molti commentatori hanno osservato che le attività e i conti dello IOR assomigliano molto a quelli di un qualsiasi istituto di credito.

Nonostante il 2012 sia stato un anno molto movimentato – lo IOR per oltre sei mesi non ha avuto un presidente – dal punto di vista dei conti le cose sembrano essere andate molto bene: come riporta Reuters, l’utile netto è stato di 86,6 milioni di euro, più del quadruplo dei 20,2 milioni del 2011. Di questi, quasi 55 milioni sono stati trasferiti alla Santa Sede per finanziare le attività papali. Dal rapporto si viene a sapere inoltre che le proprietà dello IOR in oro, metalli preziosi e monete sono di oltre 40 milioni di euro, che l’istituto ha una partecipazione in una grande società immobiliare italiana e che nel corso del 2012 ha ricevuto due lasciti ereditari del valore di circa 2 milioni di euro.

In totale lo IOR gestisce circa 5 miliardi di euro, di cui 4 in titoli. Oltre a 769 milioni di euro in azioni, la maggioranza sono titoli di stato: proprio grazie all’aumento di valore dei titoli italiani e tedeschi, legati al tasso europeo Euribor, lo IOR ha generato gran parte del suo utile netto degli ultimi mesi. Difficilmente però, scrive il rapporto, le cose andranno altrettanto bene nel 2013: “Ci aspettiamo che il 2013 sia segnato da spese straordinarie per il processo in corso di riforma e bonifica, oltre che dal rialzo dei tassi di interesse”. Papa Francesco ha ventilato l’ipotesi di trasformare lo IOR in un istituto dedito unicamente alle attività di beneficenza o di chiuderlo del tutto.

In un’intervista pubblicata mercoledì 2 ottobre sull’Osservatore Romano, l’attuale presidente Ernst von Freyberg ha definito lo IOR «un’istituzione finanziaria relativamente piccola e gestita in modo oculato. La sorpresa [del rapporto] è che non c’è alcuna sorpresa. Serviamo in modo prevalente istituzioni ecclesiastiche e congregazioni religiose». Il rapporto scrive (pagina 9) che i clienti dello IOR sono circa 18.900, metà dei quali ordini religiosi; il 13 per cento dei clienti fa parte del clero cattolico e circa il 9 per cento sono diocesi. Per statuto, lo IOR serve le attività della Chiesa Cattolica e non può dunque accettare clienti che non abbiano legami con lei.

Nel 2012 lo IOR ha celebrato 125 anni di storia: il suo predecessore, la Commissione Ad pias causas, venne istituita nel 1887 da papa Leone XIII. Gli anni più opachi della sua storia recente sono stati quelli intorno al 1982, quando il Banco Ambrosiano – il maggior istituto di credito privato cattolico italiano, in cui lo IOR aveva un ruolo importante – fallì rovinosamente e il suo presidente Roberto Calvi, detto “il banchiere di Dio”, venne trovato morto sotto il Blackfriars Bridge di Londra.

A partire dagli ultimi mesi del pontificato di Benedetto XVI, lo IOR è stato al centro di una rinnovata attenzione: nel settembre 2010 si scoprì che il presidente della banca Ettore Gotti Tedeschi era indagato dalla procura di Roma per mancato rispetto delle norme antiriciclaggio (da una decina d’anni la competenza sullo IOR è della giustizia italiana) e vennero sequestrati 23 milioni di euro. Poco tempo dopo, la banca adottò le norme europee contro il riciclaggio, cedendo a pressioni pluriennali delle autorità di controllo italiane ed europee. Gotti Tedeschi lasciò l’incarico nel maggio 2012 dopo scontri molto duri con le gerarchie ecclesiastiche e venne sostituito diversi mesi dopo da un avvocato tedesco, Ernst von Freyberg. Papa Francesco, succeduto a Benedetto XVI, aveva costituito dopo poche settimane dall’inizio del suo pontificato una commissione di indagine di cinque membri sulle attività dell’istituto, ma la situazione è rimasta movimentata: a luglio del 2013 si sono dimessi il direttore generale Paolo Cipriani e il suo vice Massimo Tulli.

Foto: Il presidente dello IOR Ernst von Freyberg.
(AP Photo/Domenico Stinellis)