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  • Lunedì 23 settembre 2013

Un altro guaio su Twitter per Cameron

Piccolo, ma racconta come Twitter sia ormai un pezzo della comunicazione politica e dei suoi rischi

di Arianna Verdecchia

British Prime Minister David Cameron prepapres to greet his New Zealand counterpart John Key ahead of a meeting in Downing Street, central London on September 18, 2013. AFP PHOTO / LEON NEAL (Photo credit should read LEON NEAL/AFP/Getty Images)
British Prime Minister David Cameron prepapres to greet his New Zealand counterpart John Key ahead of a meeting in Downing Street, central London on September 18, 2013. AFP PHOTO / LEON NEAL (Photo credit should read LEON NEAL/AFP/Getty Images)

Sabato sera, dopo l’attacco terroristico al Centro Commerciale Westgate di Nairobi, il Primo Ministro britannico David Cameron ha fatto le condoglianze al Presidente Kenyatta attraverso il suo account ufficiale di Twitter @David_Cameron e ha annunciato un’imminente dichiarazione del Ministro degli Esteri, William Hague.

 

Tra i tweet che hanno risposto al suo, immediatamente dopo, uno diceva: “David Cameron please call off William Hague. Hasn’t Kenya suffered enough today?”, ovvero: “David Cameron per favore richiami William Hague. Il Kenya non ha sofferto abbastanza per oggi?”.  E questo tweet è stato inserito tra i preferiti dell’account di David Cameron: operazione che normalmente viene fatta in segno di approvazione per il contenuto di un tweet. In questo caso l’effetto è stato di suggerire che Cameron approvasse il sarcasmo e la critica contro William Hague. Ad aver inserito il tweet tra i preferiti, ha ipotizzato il tabloid Daily Mail, sarebbe stato un giovane membro dello staff di Cameron addetto al suo account.

Il messaggio che attaccava Hague proveniva da un account satirico intitolato a Norman Tebbit, ex ministro del Lavoro del governo Thatcher. Il tweet è stato poco dopo rimosso dai preferiti di Cameron (e poi cancellato anche da Twitter) e un suo portavoce ha dichiarato: “È un account molto offensivo al quale il Primo Ministro non vorrebbe mai essere associato”.

La storia è stata ripresa da molti siti e giornali britannici. Il Guardian l’ha definita “la seconda gaffe su Twitter” di Cameron, facendo riferimento al precedente di luglio in cui un tweet di Cameron in sostegno della riforma del lavoro aveva citato un altro falso account al posto di quello ufficiale del ministro Iain Duncan Smith. Solo tre giorni fa, poi, Cameron era apparso su Instagram disteso su un letto a piedi nudi in una foto pubblicata da sua cognata Emily Sheffield, che l’aveva poi cancellata. Cameron ha aperto un account ufficiale – che oggi conta 459.554 follower – solo a ottobre 2012 e in passato aveva messo in guardia sui pericoli di Twitter, dichiarando: “Too many tweets might make a twat” (“Troppi tweet possono fare un idiota”). E in un’altra occasione Cameron aveva mostrato di non conoscere benissimo codici e linguaggi di internet.