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  • Venerdì 9 agosto 2013

La chiusura di Lavabit e Silent Circle

Due note società che offrono caselle email "sicure" hanno detto di non voler collaborare con la NSA e hanno interrotto il servizio (una ha anche distrutto i server)

** ARCHIV ** Netzewerkkabel stecken am 5. Maerz 2008 auf der CeBIT in Hannover in einem Server. Am 1. Januar tritt die naechste Stufe der Vorratsdatenspeicherung in Kraft - dann muessen auch E-Mail-Verbindungsdaten sowie IP-Adressen gespeichert werden. Unmittelbar vor dem Inkrafttreten der gesetzlichen Vorschriften klagen Internet-Provider, dass sie noch keine technische Richtlinie zur Umsetzung der Bestimmungen haetten. (AP Photo/Joerg Sarbach) ---**FILE** March 5, 2008 file picture shows network cables stick in a server at the CeBIT in Hanover, northern Germany. (AP Photo/Joerg Sarbach)
** ARCHIV ** Netzewerkkabel stecken am 5. Maerz 2008 auf der CeBIT in Hannover in einem Server. Am 1. Januar tritt die naechste Stufe der Vorratsdatenspeicherung in Kraft - dann muessen auch E-Mail-Verbindungsdaten sowie IP-Adressen gespeichert werden. Unmittelbar vor dem Inkrafttreten der gesetzlichen Vorschriften klagen Internet-Provider, dass sie noch keine technische Richtlinie zur Umsetzung der Bestimmungen haetten. (AP Photo/Joerg Sarbach) ---**FILE** March 5, 2008 file picture shows network cables stick in a server at the CeBIT in Hanover, northern Germany. (AP Photo/Joerg Sarbach)

Giovedì 8 agosto due tra le più importanti società statunitensi che offrono caselle email “sicure” hanno annunciato la chiusura di una parte dei loro servizi. Lavabit e Silent Circle, che sono rispettivamente del Texas e del Maryland, hanno spiegato – più o meno esplicitamente – di avere preso la decisione per non dover fornire al governo, e in particolare alla National Security Agency (NSA), informazioni private sui loro clienti. Le due società utilizzavano sistemi basati sulla crittografia, che aumentano notevolmente la sicurezza delle caselle mail – uno dei fondatori di Silent Circle è Phil Zimmermann, l’inventore del programma Pretty Good Privacy (PGP), il crittosistema più usato al mondo.

Lavabit, la prima delle due società ad annunciare la chiusura del servizio, è la stessa usata da Edward Snowden, la fonte delle inchieste su PRISM e sui sistemi di sorveglianza della NSA. Lavabit ha fornito servizi a più di 140mila utenti, incluse 70 società. Il suo proprietario, Ladar Levison, ha pubblicato sul sito della società un breve comunicato, in cui dice implicitamente di avere ricevuto un ordine di collaborazione con la NSA dal tribunale federale FISC (Foreign Intelligence Surveillance Court), lo stesso che concede le autorizzazioni alla NSA per chiedere informazioni riservate alle grandi aziende informatiche, come Microsoft, Yahoo, Google e Facebook. Nel comunicato di Levison si legge:

«Sono stato costretto a prendere una decisione difficile: diventare complice di crimini contro gli americani o rinunciare a dieci anni di duro lavoro chiudendo Lavabit. Dopo una profonda riflessione, ho deciso di sospendere le operazioni. Speravo di poter condividere con voi, legalmente, gli elementi che mi hanno portato a decidere così. Ma non posso. Credo che abbiate il diritto di sapere cosa sta succedendo – il Primo emendamento dovrebbe garantirmi la libertà di parola in situazioni come questa. Sfortunatamente il Congresso ha approvato una legge che dice altro. Alla stato attuale non posso condividere con voi le cose successe nelle ultime sei settimane, anche se ne ho fatto richiesta, due volte»

La decisione di Silent Circle, che aveva iniziato le sue attività meno di un anno fa, è stata invece “preventiva”, come ha spiegato la società sul suo sito. Silent Circle non ha ricevuto alcun ordine federale, a differenza di Lavabit. Mike Janke, amministratore delegato della società, ha spiegato al New York Times che Silent Circle ha distrutto i suoi server per proteggere le informazioni private dei suoi clienti.

A luglio la società aveva aumentato le sue entrate del 400 per cento: molte persone, dopo la diffusione delle inchieste su PRISM e sulle attività di sorveglianza della NSA, erano passate a Silent Circle per assicurarsi la sicurezza e riservatezza delle proprie caselle email. La società ha detto che i servizi sulle chiamate telefoniche e sulla messaggistica continueranno.

Diverse società fornitrici di servizi internet hanno collaborato, più o meno intensamente, alle attività della NSA: alcune di queste, come Yahoo, già in passato avevano fatto richiesta formale di poter spiegare con precisione ai loro clienti quali informazioni erano state costrette a passare all’agenzia federale, ma per ora non hanno ottenuto nulla. I casi conosciuti di società internet e di telecomunicazioni che si sono rifiutate di collaborare con la NSA, scrive il Guardian, sono molto pochi. Nel frattempo la Electronic Frontier Foundation, organizzazione internazionale no profit formata da avvocati che si occupa di diritti e libertà legate al mondo digitale, ha ribadito di nuovo la necessità di “maggiore trasparenza” sugli ordini di sorveglianza emessi dal tribunale federale e indirizzati alle aziende informatiche.