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  • Venerdì 12 luglio 2013

La squadra che paga i tifosi perché non insultino gli avversari

New York Red Bulls darà 500 dollari a ciascun gruppo di tifosi per ogni partita senza cori offensivi

HARRISON, NJ - OCTOBER 06: New York Red Bulls fans cheer against the Chicago Fire at Red Bull Arena on October 6, 2012 in Harrison, New Jersey. (Photo by Nick Laham/Getty Images for New York Red Bulls)
HARRISON, NJ - OCTOBER 06: New York Red Bulls fans cheer against the Chicago Fire at Red Bull Arena on October 6, 2012 in Harrison, New Jersey. (Photo by Nick Laham/Getty Images for New York Red Bulls)

I dirigenti della squadra di calcio dei New York Red Bulls hanno scelto un’iniziativa piuttosto inconsueta per fermare i cori offensivi dei propri tifosi: pagarli. La Major League Soccer (MLS), il principale campionato di calcio statunitense, aveva già stabilito una serie di sanzioni contro gli insulti dei tifosi, ma senza successo. Così i Red Bulls hanno comunicato a tre gruppi di sostenitori della squadra – Empire Supporters Club, Garden State Ultras e Viking Army – che per ogni partita alla Red Bull Arena che si concluderà senza cori offensivi saranno pagati 500 dollari. È stato anche previsto un ulteriore premio di 2mila dollari per una serie di quattro partite senza insulti.

Tutta la questione riguarda soprattutto un coro particolare: “You Suck, Asshole” (letteralmente “Fai schifo, stronzo”), una carezza al confronto di quanto si sente abitualmente negli stadi italiani. Il coro viene rivolto al portiere della squadra ospite ogni volta che tira un rinvio da fondo campo. Dalla Red Bull Arena, che ospita le partite dei New York Red Bulls, il coro “YSA” si è diffuso agli altri stadi in cui si gioca il campionato della Major League Soccer (MLS) ed è diventato una specie di tradizione che ha sollevato le critiche di sponsor e televisioni.

I gruppi dei tifosi dei Red Bulls, intanto, hanno fatto sapere che questi soldi saranno sufficienti per pagare tutte le loro attività, «dall’acquisto delle batterie per i megafoni ai costi dei viaggi in pullman». La proposta è stata invece criticata dalle altre squadre della Major League: i dirigenti del Real Salt Lake, per esempio, hanno detto che preferiscono «fare affidamento sul buon senso dei tifosi» piuttosto che pagarli.