Il governo tenta di abolire le province (di nuovo)

Stavolta con un disegno di legge costituzionale: tempi piuttosto lunghi

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
05-07-2013 Roma
Politica
Palazzo Chigi - Consiglio dei Ministri
Nella foto Gaetano Quagliariello, Enrico Letta, Filippo Patroni Griffi

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
05-07-2013 Rome (Italy)
Counci of Minister
In the photo Gaetano Quagliariello, Enrico Letta, Filippo Patroni Griffi
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Oggi, venerdì 5 luglio, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle province. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera il disegno di legge sarebbe composto da tre articoli, che comprendono la modifica dell’articolo 114 della Costituzione (quello che riporta che ‘La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.’), la cancellazione di ogni riferimento alla province nella Costituzione e l’affidamento della gestione dei mesi successivi all’entrata in vigore della legge alle regioni. Nel caso una regione non compisse i passaggi necessari a farlo, la soppressione delle province di quel territorio rimarrebbe comunque effettiva.

Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha detto che spera che il Parlamento approvi il disegno di legge il «più rapidamente possibile», e che il governo tutelerà «le funzioni [delle province] e i lavoratori». L’approvazione della legge, poichè modifica alcuni articoli della Costituzione, richiede un procedimento piuttosto complicato: entrambi i rami del Parlamento devono approvarla nella stessa forma in due sedute a distanza di tre mesi l’una dall’altra, la seconda delle quali a maggioranza assoluta. Nel caso in cui durante la seconda votazione la legge raccolga i voti favorevoli di più dei due terzi in entrambe le Camere, il Presidente della Repubblica può promulgarla; se invece meno dei due terzi del Parlamento vota per l’approvazione è possibile richiedere un referendum sull’argomento (e in questo caso i tempi si allungherebbero di molto).

Il 4 luglio la Corte Costituzionale aveva bocciato i decreti legge promossi dal governo Monti in materia di abolizione delle province a causa dello strumento stesso del decreto legge: nonostante non siano ancora uscite le motivazioni della sentenza la Corte ha comunicato contestualmente alla bocciatura che il decreto legge è uno «strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema».

Di seguito la parte del comunicato ufficiale pubblicato dal governo dopo il Consiglio dei Ministri relativa all’abolizione delle province.

In apertura dei lavori il Consiglio ha esaminato, su proposta del Presidente del Consiglio, del Vicepresidente e Ministro dell’interno Angelino Alfano, del Ministro per le riforme costituzionali Gaetano Quagliariello, e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio, uno schema di disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle province, che sarà sottoposto al parere della Conferenza unificata.

Norme transitorie

Entro sei mesi dalla data in entrata in vigore della legge costituzionale le Province sono soppresse. Sulla base di criteri e requisiti definiti con legge dello Stato sono individuate dallo Stato e dalle Regioni le forme e le modalità di esercizio delle relative funzioni.

foto: Roberto Monaldo / LaPresse