Renzi subito?

L'ardita ipotesi di un incarico a Matteo Renzi ora è proposta da molti nel PD: oggi ci sarà la direzione nazionale, Napolitano ha iniziato le consultazioni

LaPresse11-04-2013PoliticaFirenze, D'Alema a Palazzo Vecchio per incontrare RenziNella foto: Matteo Renzi
LaPresse11-04-2013PoliticaFirenze, D'Alema a Palazzo Vecchio per incontrare RenziNella foto: Matteo Renzi

Iniziano stamattina le nuove consultazioni del presidente della Repubblica appena rieletto per la formazione di un nuovo governo: Napolitano vede prima i presidenti delle Camere e poi, come dice il breve comunicato ufficiale, “un rapido giro di incontri con le rappresentanze parlamentari essenzialmente per verificare ogni eventuale aggiornamento delle posizioni già illustrate nelle precedenti consultazioni per la formazione del nuovo Governo”. Secondo le richieste formulate da Napolitano per accettare la rielezione, e da lui stesso ribadite nel suo discorso alle Camere di lunedì, il percorso delle intenzioni dovrebbe essere la costruzione di un governo con l’appoggio di PD e PdL, anche se i suoi contorni sono ancora molto incerti. Domenica e lunedì era molto circolato il nome di Giuliano Amato, tra le altre cose già due volte presidente del Consiglio, ma nel PD ci sono molti dissensi e la situazione è molto complicata.

Il secondo appuntamento politico della giornata è appunto la Direzione Nazionale del Partito Democratico, alle 16. Che si tiene tre giorni dopo la più grossa crisi del partito dalla sua nascita, crisi ancora tutta da affrontare, col segretario e il presidente dimissionari. Ma il percorso di ricostruzione del partito in questo momento è in secondo piano; in primo c’è la questione della formazione del governo. Rinnovando tutto il rispetto per Napolitano, e consapevoli dell’inevitabilità del fare un governo, molti nel PD continuano a rifiutare un’alleanza secca con il PdL per votare la fiducia. E comincia a mostrarsi una nuova complicità generazionale, auspicata invano per molti anni da tanti elettori e complicata da rivalità e fedeltà varie, tra i dirigenti trenta-quarantenni in contrapposizione a quelli che hanno guidato il PD fino ad ora.

I più visibili tra loro, Pippo Civati e Matteo Orfini, non hanno alcuna intenzione di uscire dal PD ma ribadiscono il rifiuto di una collaborazione di governo con il PdL – Orfini chiede che diventi allora una coalizione estesa al M5S – e hanno avuto nei giorni scorsi avvicinamenti e sintonie con Matteo Renzi: ma il salto di qualità c’è stato ieri sera, con l’annuncio di Matteo Orfini – durante la trasmissione Piazza Pulita su La7 – dell’intenzione di sostenere un incarico per la formazione del governo allo stesso Renzi. La proposta ha molte e diverse adesioni tra i parlamentari e dirigenti del PD – tra le più forti esplicitate, quella di Piero Fassino, sindaco di Torino e ultimo segretario dei DS – non solo per ragioni costruttive: molti nemici di Renzi della vecchia generazione, in questo momento di debolezza, sembrano favorevoli a mandarlo avanti perché dimostri cosa è in grado di fare in questa crisi.

La proposta è assai rischiosa per Renzi: molti suoi sostenitori sono contrari ai pericoli di un incarico non legittimato da uno sviluppo rituale e pieno – primarie, nuove elezioni, vittoria democratica – che oggi lo vedrebbe favorito e in grado di acquisire forza maggiore. Senza contare che alla guida di un governo sostenuto da PD e PdL Renzi difficilmente potrebbe garantire il rinnovamento radicale che ha sempre promesso. Renzi ha finora detto in giro che questa opportunità non è mai esistita, ma se adesso viene proposta pubblicamente dall’interno del PD qualcosa cambia.

foto: Lapresse