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  • Venerdì 15 marzo 2013

La versione del Vaticano sulle accuse al Papa

"Campagne calunniose e diffamatorie", ha detto il portavoce Lombardi sulla presunta vicinanza alla dittatura

VATICAN CITY, VATICAN - MARCH 08: Vatican spokesman father Federico Lombardi (C) attends a briefing on the seventh general congregation of cardinals at the Holy See press room on March 8, 2013 in Vatican City, Vatican. Father Federico Lombardi said that during this session cardinals accepted Scottish cardinal Keith O'Briens's reasons for not attending the Vatican Conclave to elect a new Pope. (Photo by Franco Origlia/Getty Images)
VATICAN CITY, VATICAN - MARCH 08: Vatican spokesman father Federico Lombardi (C) attends a briefing on the seventh general congregation of cardinals at the Holy See press room on March 8, 2013 in Vatican City, Vatican. Father Federico Lombardi said that during this session cardinals accepted Scottish cardinal Keith O'Briens's reasons for not attending the Vatican Conclave to elect a new Pope. (Photo by Franco Origlia/Getty Images)

Nel corso di una conferenza stampa padre Federico Lombardi, portavoce della sala stampa vaticana, ha commentato le voci e le notizie circolate subito dopo l’elezione a Papa di Jorge Mario Bergoglio riguardo un suo presunto coinvolgimento o persino complicità nei crimini della dittatura militare argentina, che durò dal 1976 al 1983. Un esempio è la foto che sembra ritrarre Bergoglio – ma non c’è modo di identificare realmente chi è ritratto – mentre amministra la comunione all’ex capo della giunta militare Jorge Rafael Videla, nel 1990 a Buenos Aires. Il sito di notizie del Vaticano, News.va, riferisce così le parole di Lombardi.

“Sono accuse – ha detto – che erano un tema già di molti anni fa, che però adesso in Argentina è stato risollevato in questa occasione”. Quindi ha ricordato in proposito “una dichiarazione importante di Pérez Esquivel che ha detto che non c’era compromissione del cardinale Bergoglio con la dittatura. Una dichiarazione, quindi, da prendere con molta attenzione perché Pérez Esquivel non è tradizionalmente favorevole alla Chiesa. Questa mattina un sacerdote, un gesuita ungherese-tedesco, che è uno dei due – quello sopravvissuto – sacerdoti che erano stati sequestrati molti anni fa e che erano l’oggetto dell’episodio a cui si rivolgono queste accuse, ha fatto questa mattina in Germania, in tedesco, una dichiarazione in cui racconta la vicenda e in cui dice che poi, dopo questa vicenda, aveva incontrato – anche con l’altro che era ancora vivo – Bergoglio, che era allora vescovo di Buenos Aires: avevano concelebrato la Messa insieme, avevano avuto una pubblica e piena manifestazione di armonia e di accordo”.

Padre Lombardi ha poi letto una sua dichiarazione: “La campagna contro Bergoglio è ben nota e risale già a diversi anni fa. E’ portata avanti da una pubblicazione caratterizzata da campagne a volte calunniose e diffamatorie. La matrice anticlericale di questa campagna e di altre accuse contro Bergoglio è nota ed evidente. L’accusa si riferisce al tempo in cui Bergoglio non era ancora vescovo, ma superiore dei Gesuiti in Argentina, e a due sacerdoti che sono stati rapiti e che lui non avrebbe protetto. – questa era l’accusa – Non vi è mai stata un’accusa concreta credibile nei suoi confronti. La Giustizia argentina lo ha interrogato una volta come persona informata sui fatti, ma non gli ha mai imputato nulla. Egli ha negato in modo documentato le accuse. Vi sono invece moltissime dichiarazioni che dimostrano quanto Bergoglio fece per proteggere molte persone nel tempo della dittatura militare. E’ noto il ruolo di Bergoglio – una volta diventato vescovo – nel promuovere la richiesta di perdono della Chiesa in Argentina per non aver fatto abbastanza nel tempo della dittatura. Le accuse appartengono quindi all’uso di analisi storico-sociologiche del periodo dittatoriale fatte da anni da elementi della sinistra anticlericale per attaccare la Chiesa e devono essere respinte con decisione”.

Padre Lombardi ha quindi ribadito che le accuse non sono attendibili e non hanno motivo, anche oggi, in qualche modo, di mettere un’ombra sulla figura del nuovo Papa.

foto: Federico Lombardi. (Franco Origlia/Getty Images)