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  • Giovedì 7 febbraio 2013

Lo scandalo doping in Australia

Un rapporto di una commissione governativa ha denunciato il commercio di ormoni distribuiti agli atleti da cliniche anti-invecchiamento

KINGSTON, JAMAICA - MAY 03: Starting blocks of the men's 'B' 100m race during the Jamaica International Invitational meeting at the National Stadium, May 3, 2008 in Kingston, Jamaica. (Photo by Michael Steele/Getty Images)
KINGSTON, JAMAICA - MAY 03: Starting blocks of the men's 'B' 100m race during the Jamaica International Invitational meeting at the National Stadium, May 3, 2008 in Kingston, Jamaica. (Photo by Michael Steele/Getty Images)

La Australian Crime Commission (ACC), una commissione governativa australiana, ha pubblicato un rapporto su un grande caso di doping in cui sarebbero coinvolti molti sportivi professionisti. Si tratta di un’indagine durata dodici mesi, iniziata dopo la scoperta di commercio di sostanze dopanti distribuite da alcune cliniche australiane “anti-aging”, specializzate in trattamenti medici anti-invecchiamento, accusate di aver venduto sostanze dopanti a una lunga serie di sportivi professionisti australiani.

Queste cliniche avrebbe sviluppato negli ultimi anni una serie di trattamenti, principalmente a base di ormoni, per rafforzare la massa muscolare e diminuire quella grassa, seguiti spesso dagli atleti per rafforzarsi e in caso di infortuni. Un mercato che negli ultimi anni si è sviluppato molto, secondo la Commissione governativa: oltre alle sostanze vendute dietro prescrizione medica sarebbero state vendute anche però una serie di sostanze vietate dall’Agenzia Mondiale Anti Doping (WADA).

In questo tipo di trattamenti, ritenuti illegali secondo le norme nazionali e internazionali, sarebbero stati coinvolti sportivi australiani di varie discipline atletiche, atleti di bodybuilding, calciatori, che avrebbero assunto steroidi anabolizzanti, ormoni androgeni e l’ormone della crescita, utilizzati per aumentare la massa muscolare. In altri casi invece, le sostanze sarebbero state assunte da atleti infortunati per velocizzare il recupero, con la consapevolezza di allenatori e preparatori atletici, che erano a conoscenza di questi metodi illegali.

Nell’indagine sono stati coinvolti anche diversi medici che avrebbero fatto delle prescrizioni false agli atleti, senza che ci fosse una ragione medica alle spalle. Le norme del governo stabiliscono che l’ormone della crescita deve essere prescritto soltanto ai bambini che hanno disturbi della crescita o agli adulti che hanno gravi carenze ormonali. Nel rapporto è specificato come funzionavano questi trattamenti ma non sono stati fatti nomi di atleti coinvolti.

Le indagini proseguiranno per cercare di identificare gli sportivi che hanno fatto uso di queste sostanze illegali e i medici che le hanno prescritte. Nel commercio delle sostanze sarebbero coinvolte anche alcune organizzazioni criminali, che avevano lo scopo di truccare partite e gare. Inoltre, alla fine delle 47 pagine del rapporto c’è scritto che ci sono “chiari paralleli tra ciò che è stato scoperto in Australia e l’inchiesta dell’USADA su Lance Armstrong” sul sofisticato programma di doping utilizzato dall’ex ciclista statunitense.

Foto: Michael Steele/Getty Images