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  • Sabato 2 febbraio 2013

Le accuse all’esercito del Mali

Le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato esecuzioni sommarie da parte dell'esercito maliano, pochi giorni prima che arrivassero i francesi

Almeno 13 uomini, sospettati di appartenere a gruppi di ribelli islamici, sarebbero stati uccisi all’inizio di gennaio dall’esercito del Mali, mentre altre cinque persone sono disperse. Queste sono alcune delle accuse che ha mosso all’esercito del Mali l’organizzazione non governativa Human Rights Watch (HRW), che sono state ripetute anche da un’altra ONG, Amnesty International, dopo una missione di 10 giorni in Mali. In questi giorni sono arrivate sulle prime pagine dei media francesi. Amnesty ha anche accusato l’esercito francese di aver causato la morte di 5 civili in un attacco aereo. Proprio oggi, François Hollande si trova in Mali per una visita di alcune ore nel paese.

Molte delle esecuzioni sommarie di cui è accusato l’esercito del Mali risalgono a pochi giorni prima dell’intervento francese nel paese. Stando ai testimoni interrogati da HRW, il 9 gennaio i soldati maliani di guardia a un checkpoint di Konna hanno controllato i passeggeri di un autobus arrivato dal nord del paese. Chi veniva trovato senza documenti era considerato un sospetto collaboratore dei ribelli e arrestato. I testimoni hanno raccontato a HRW come gli uomini senza documenti cercassero disperatamente di trovare qualcuno nella folla in grado di garantire per loro. L’esercito avrebbe quindi condotto in un campo vicino 10 persone: dopo essere stati uccisi, i loro corpi sono stati scaricati in un pozzo. Tra il 9 e il 18 gennaio altre cinque persone sono scomparse dai dintorni di Konna, tutti assassinati, secondo HRW, dall’esercito maliano.

Al momento in Mali è in corso da circa un anno una guerra civile nella quale si affrontano le truppe del governo e vari gruppi di ribelli islamisti e tuareg. Tra le due fazioni in lotta ci sono differenze di tipo etnico: i soldati governativi sono in genere africani, dalla pelle più scura, mentre i ribelli sono di etnia arabo-berbera. A gennaio il paese si trovava diviso in due, con la metà settentrionale in mano ai ribelli. Il 10 gennaio scorso, con un colpo di mano, i ribelli hanno occupato Konna, una città di confine vicino a un importante aeroporto, causando un’immediata risposta dell’esercito francese che è intervenuto nel paese. Dopo circa tre settimane tutte le principali città del nord sono state riconquistate e i ribelli sono stati respinti nel deserto o sulle montagne.

HRW, le cui indagini per ora si sono limitate alla città di Konna, controllata dai ribelli solo per alcuni giorni prima di essere subito riconquistata dai francesi, ha accusato anche i ribelli islamisti di aver ucciso il 10 gennaio 7 soldati maliani di cui 5 feriti. Sempre secondo alcuni testimoni intervistati, le varie bande di ribelli avrebbero fatto combattere anche dei bambini tra gli 11 e i 14 anni. Almeno cinque dei quali, secondo le prime indagini, sarebbero morti nei combattimenti intorno alla città.