Come si vota in Italia

Chi stabilisce quando votare, come, e che cosa succede negli altri paesi (un indizio: molte meno elezioni anticipate)

Dopo che il PdL ha dichiarato conclusa l’esperienza del governo Monti – e Monti ha annunciato l’intenzione di dimettersi – è molto probabile che le Camere saranno sciolte in anticipo e che le elezioni verranno indette prima della scadenza naturale della legislatura. Il meccanismo per arrivare al voto è abbastanza complesso, ma i tempi fissati dalla legge permettono di fare qualche previsione su quando si voteranno le prossime politiche.

La differenza principale con molti altri paesi è che in Italia le elezioni potrebbero capitare in ogni momento. In altre parole, in Italia non sono previsti per legge periodi predeterminati in cui tenere le elezioni politiche: anche se, nella storia della Repubblica, si sono sempre tenute nel periodo di tre mesi che va dalla fine di marzo alla fine di giugno. Le elezioni che si sono tenute prima si sono svolte il 27-28 marzo (era il 1994), mentre le più “tarde” sono state il 26 giugno (nel 1983).

Cosa prevede la Costituzione
La Costituzione italiana stabilisce, all’articolo 61, che Camera e Senato abbiano una durata di cinque anni dalla data della loro prima riunione, terminata la quale è necessario tornare a votare, entro 70 giorni dalla fine della legislatura. La prima seduta del nuovo Parlamento deve essere entro 20 giorni dalle elezioni: in questo modo, la durata massima dell’intero procedimento elettorale, dal termine di una legislatura all’inizio della successiva, è fissata dalla Costituzione in tre mesi.

Ma che cosa succede se la legislatura non arriva alla sua scadenza naturale e si va quindi a elezioni anticipate? In questo caso, che è stato molto frequente in Italia a partire dalla fine degli anni Settanta, le cose non sono differenti. Nel dettaglio, si devono seguire quattro passaggi.

1. Il Presidente della Repubblica scioglie le Camere
Indire le elezioni è uno dei poteri del Presidente della Repubblica, che ha anche quello di sciogliere in anticipo le due camere del Parlamento (o una sola di esse) «sentiti i loro Presidenti», come dice l’articolo 88. Quindi: dopo che si apre una crisi di governo, solitamente in seguito a un voto di fiducia sfavorevole al governo in carica, il Presidente della Repubblica emana un decreto, di solito con un testo brevissimo (qui, ad esempio, quello del 2006), che dichiara sciolte le Camere. Questo viene rapidamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Lasciamo da parte la possibilità di sciogliere solo la Camera o solo il Senato, prevista dalla Costituzione ma che non si è mai verificata.

2. Il Consiglio dei ministri fissa la data per le elezioni
A questo punto, il Consiglio dei ministri si riunisce per approvare lo schema del decreto del Presidente della Repubblica con il quale sarà fissata la data delle elezioni – cioè la “convocazione dei comizi elettorali”, come si dice con un’antica espressione di origine romana – e la data per la prima seduta delle nuovo Camere. Questo decreto deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale «non oltre il 45° giorno antecedente quello della votazione». Di conseguenza, il tempo minimo in cui è possibile fissare le elezioni politiche in Italia è di un mese e mezzo (il massimo è 70 giorni, come dice la Costituzione).

3. Poteri provvisori
Fino alla prima seduta della legislazione successiva, Camera e Senato formalmente sciolti mantengono parte dei loro poteri, ma non c’è un accordo univoco su quali siano precisamente. Si tratta della cosiddetta “ordinaria amministrazione”, ad esempio la conversione in legge dei decreti-legge del governo, che va compiuta entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto stesso.

Esiste un altro potere provvisorio che riguarda il governo e che non ha necessariamente a che fare con la procedura del voto, ma che potrebbe essere utilizzato durante questa crisi. Si chiama “esercizio provvisorio” e il presidente del consiglio Mario Monti ha dichiarato che potrebbe essere necessario farvi ricorso nel caso in cui non venga approvata la legge di stabilità. In sostanza, quando non viene approvata la legge finanziaria, che è la legge fondamentale che disciplina il bilancio dello Stato e che oggi si chiama appunto Legge di stabilità, il parlamento autorizza il governo ad applicare il progetto di bilancio non ancora approvato per un massimo di 4 mesi. Durante l’esercizio provvisorio, le spese previste possono essere effettuate in tanti dodicesimi quanti sono i mesi di esercizio provvisorio previsti.

4. Preparazione delle elezioni
Una volta pubblicato il decreto con il quale viene fissata la data delle elezioni, tutti i sindaci ne danno comunicazione con avvisi speciali. Entro tre giorni, presso la Corte di Cassazione viene costituito l’Ufficio elettorale centrale, composto da un Presidente di sezione e quattro consiglieri scelti dal Primo Presidente della Corte di Cassazione. Degli altri Uffici centrali circoscrizionali vengono creati nei vari tribunali e Corti d’Appello, ognuno è formato da tre magistrati, scelti dal presidente della Corte o del Tribunale.

I partiti che intendono presentare liste di candidati per l’elezione della Camera e del Senato devono depositare presso il Ministero dell’Interno, in un periodo di tre giorni circa un mese e mezzo prima della data del voto, il loro simbolo e il nome con cui vogliono partecipare alle elezioni.

Riassumendo: quando si vota
La legge prevede che le nuove elezioni si tengano tra i 45 e i 70 giorni dopo lo scioglimento delle Camere, che avviene con un decreto del presidente della Repubblica.

Nella prossima pagina: cosa succede negli altri paesi

Ma negli altri paesi è possibile andare a elezioni più in fretta? Bisogna premettere che, storicamente, il caso delle elezioni anticipate è molto più raro nel resto d’Europa, per la maggior stabilità del sistema politico e per la diversità dei sistemi di governo (le elezioni anticipate sono generalmente una caratteristica dei sistemi parlamentari e non, ad esempio, di quelli presidenziali). Detto questo, nei maggiori paesi europei i meccanismi non sono molto differenti da quelli italiani.

Francia
La Francia è una repubblica semi-presidenziale nella quale il Presidente della Repubblica viene eletto direttamente dal popolo e in un momento separato rispetto alle elezioni parlamentari. Dal 2000 il Presidente resta in carica 5 anni (prima la durata era di 7 anni); la data dell’elezioni viene fissata dal governo e deve avere luogo dai 20 ai 35 giorni prima della scadenza del mandato del Presidente in carica.

La Francia ha due Camere: l’Assemblea Nazionale e il Senato. Per le elezioni dell’Assemblea Nazionale, le date sono stabilite grosso modo in anticipo. Si deve votare nei 60 giorni che precedono il terzo martedì di giugno del quinto anno dall’elezione della precedente Assemblea. Il Senato si rinnova per metà a ogni tornata elettorale e il mandato dei senatori dura 6 anni. Nei sessanta giorni che precedono la scadenza del mandato di metà dei senatori devono tenersi le elezioni.

È previsto un meccanismo per le elezioni anticipate: le nuove elezioni si devono tenere tra i 20 e i 40 giorni dopo lo scioglimento dell’Assemblea, deciso dal presidente sentito il primo ministro e i presidenti delle Camere. Negli ultimi cinquant’anni è successo 5 volte (1962, 1968, 1981, 1988, 1997).

Germania
La Germania è una repubblica parlamentare per certi versi simile a quella italiana. La procedura per arrivare al voto, quindi, non è molto diversa. In Germania le elezioni devono essere fissate nei tre mesi prima della scadenza del mandato del Parlamento, il Bundestag. Soltanto tre volte nella storia è stato necessario indirle in anticipo rispetto alla scadenza naturale, a causa di un voto di sfiducia nei confronti del Cancelliere in carica: nel 1972, nel 1983 e nel 2005. In questo caso le elezioni devono essere indette entro 60 giorni dalla data dello scioglimento. Il Presidente della Repubblica sceglie la data delle elezioni, che deve essere una domenica o comunque un giorno festivo.

Regno Unito
Nel Regno Unito le elezioni politiche sono chiamate General Elections e si tenevano per tradizione il giovedì. La data precisa veniva scelta dal Primo Ministro, dopo che il Re o la Regina avevano sciolto il Parlamento su sua richiesta. Dal 2011 una legge ha stabilito che le General Elections si devono tenere il primo giovedì di maggio ogni 5 anni. Sono previste soltanto due eccezioni: nel caso il Parlamento voti la sfiducia al governo o nel caso che due terzi del Parlamento votino perché si tengano elezioni anticipate. In questi due casi, il Re o la Regina decidono la data delle elezioni dopo essersi consultati con il Primo Ministro.

Stati Uniti
Negli Stati Uniti le elezioni federali – cioè per eleggere Presidente, Camera dei rappresentanti e Senato – sono fissate con una legge del congresso il martedì dopo il primo lunedì di novembre (e perché negli Stati Uniti si vota di martedì?). Ogni due anni si vota per il rinnovo della Camera dei rappresentanti e per il rinnovo di un terzo del Senato. Ogni quattro anni si vota anche per eleggere il Presidente. Quindi negli Stati Uniti si vota in tutti gli anni pari e in quelli divisibili per quattro si vota anche per il Presidente: la regolarità temporale di queste elezioni non è mai stata interrotta dalla fine del Settecento.

Foto: AP Photo/Gregorio Borgia