Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia, è stato licenziato per giusta causa da Costa Crociere, la società che possiede la nave da crociera che si arenò a poche decine di metri dalle coste dell’Isola del Giglio il 13 gennaio 2012. Nel naufragio morirono 32 persone e Schettino è accusato di essere stato uno dei principali responsabili del disastro, che si verificò quando si decise di far passare la grande nave a pochi metri dall’isola per effettuare un “inchino”, un saluto ravvicinato ai suoi abitanti. Dal giorno dell’incidente i magistrati stanno cercando di ricostruire come andarono le cose al Giglio e diverse squadre sono al lavoro per mettere in sicurezza, e recuperare, il relitto della Costa Concordia. Sono passati quasi nove mesi e ci sono ancora molti punti in sospeso in una vicenda che ha avuto un enorme seguito mediatico in tutto il mondo, e che ha rischiato di distruggere la reputazione di Costa Crociere.
Il licenziamento
Come spiega oggi Marco Preve su Repubblica, i legali di Francesco Schettino hanno già impugnato il licenziamento annunciato da Costa Crociere, chiedendo una valutazione della vicenda al giudice del lavoro. La società ha fatto sapere che il licenziamento era stato formalizzato alla fine di luglio e che in seguito Schettino ha deciso di impugnarlo. Per l’ex comandante si tratta di un passaggio delicato: una sentenza a suo favore da parte del giudice del lavoro potrebbe dare nuovi elementi a sostegno della difesa di Schettino nel processo, ben più importante, sul naufragio; se invece la sentenza dovesse confermare la legittimità del licenziamento per giusta causa, i legali di Schettino avrebbero qualche appiglio in meno per la difesa del loro cliente.
Non sono ancora del tutto chiare le motivazioni del licenziamento da parte di Costa Crociere, ma stando alle fonti di Preve la società avrebbe contestato diverse violazioni compiute nella notte del naufragio. In particolare, la società avrebbe fatto riferimento agli ordini impartiti poco prima della collisione contro gli scogli, che causò l’apertura di uno squarcio nello scafo, alla base del successivo inabissamento parziale della Costa Concordia. Il licenziamento sarebbe stato motivato anche citando alcuni comportamenti “valutati come gravi violazioni del contratto e del codice di navigazione”, sulla base di alcune testimonianze dei passeggeri.
L’incidente probatorio
In questi mesi l’inchiesta condotta dai magistrati è andata avanti con la raccolta di nuove prove ed elementi, utili per ricostruire come andarono le cose minuto per minuto prima, durante e dopo il naufragio al Giglio. C’è particolare attesa per il prossimo 15 ottobre, quando ci sarà un’importante udienza dell’incidente probatorio, cui parteciperà anche Francesco Schettino (l’incidente probatorio serve ad accusa e difesa per esaminare i mezzi di prova prima che parta il dibattimento processuale vero e proprio).
L’incidente probatorio sarà organizzato presso il Teatro moderno di Grosseto, scelto come sede straordinaria dai magistrati. L’udienza sarà dedicata principalmente all’analisi della rotta che tenne la Costa Concordia poco prima di impattare contro gli scogli, e per questo motivo Schettino ha deciso di partecipare. Potrà assistere di persona alla perizia disposta dal giudice per le indagini preliminari e alle conseguenti osservazioni che faranno accusa e difesa.
Salvo cambiamenti di programma, e considerata la mole di informazioni da analizzare e discutere, l’incidente probatorio richiederà almeno tre giorni di discussione. Il 15 ottobre i periti della procura esporranno il loro lavoro, il giorno seguente ci saranno le versioni degli esperti e quello seguente il resoconto del RIS dei Carabinieri (Reparto Investigazioni Scientifiche) sulle registrazioni audio di quella notte.
L’obiettivo è capire in quale misura Schettino sia stato responsabile del naufragio e se furono seguite fino in fondo le procedure di sicurezza. Stando a una recente inchiesta di Panorama, basata sui dati registrati dalla scatola nera della Costa Concordia, “non tutti gli ufficiali hanno operato in conformità degli incarichi”.
Il relitto
Mentre proseguono le inchieste giudiziarie, nelle acque davanti all’Isola del Giglio proseguono anche i lavori di messa in sicurezza e di recupero del relitto della Costa Concordia. Le operazioni non vanno avanti con grande regolarità a causa delle condizioni meteo e del mare, che spesso riducono il numero di ore disponibili per poter lavorare in sicurezza nei pressi della nave affondata per metà. Entro la fine di ottobre dovrebbero finire i lavori per rendere più stabile il relitto e ancorarlo definitivamente, evitando quindi che possa continuare a scivolare sugli scogli e a inabissarsi del tutto.
Sono in fase di avviamento i lavori di trivellazione, che serviranno per poter assicurare pali e piattaforme sottomarine dal lato mare per tenere fermo il relitto. Saranno anche installati altri tiranti e punti di forza, sempre allo scopo di rendere più stabile la grande nave e consentire i lavori di rimozione del materiale a bordo. In una seconda fase, altri sistemi di tiranti saranno utilizzati per riportare progressivamente la Costa Concordia in assetto verticale, altra operazione molto delicata che richiederà settimane di lavoro. Al di sotto della nave sarà costruito un falso fondale con sei piattaforme, che sorreggeranno il relitto, tenuto a galla da alcuni grandi cassoni.