Il virus del Nilo negli Stati Uniti

Sta raggiungendo una diffusione preoccupante: dall'inizio dell'anno a oggi si sono verificati 2.118 casi e 92 decessi

MARTINEZ, CA - APRIL 09: A mosquito sits on a stick April 9, 2009 in Martinez, California. Unseasonably warm weather for Northern California in January appears to have brought female mosquitos out of hibernation and have started to breed months ahead of the normal breeding season. Several groups of mosquitos found in a marsh near the Contra Costa County town of Martinez have tested positive for the West Nile Virus prompting county officials to do more testing and releasing mosquito fish in abandoned pools around the county. (Photo by Justin Sullivan/Getty Images)
MARTINEZ, CA - APRIL 09: A mosquito sits on a stick April 9, 2009 in Martinez, California. Unseasonably warm weather for Northern California in January appears to have brought female mosquitos out of hibernation and have started to breed months ahead of the normal breeding season. Several groups of mosquitos found in a marsh near the Contra Costa County town of Martinez have tested positive for the West Nile Virus prompting county officials to do more testing and releasing mosquito fish in abandoned pools around the county. (Photo by Justin Sullivan/Getty Images)

Negli Stati Uniti i casi di persone infettate dal virus del Nilo occidentale hanno raggiunto livelli preoccupanti: i Centri federali per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno fatto sapere che nella prima settimana di settembre (rispetto alla settimana precedente) i decessi riconducibili al virus sono aumentati di quasi il 32 per cento e che il numero di persone che sono state contagiate è cresciuto del 25 per cento. In tutto il Paese, dall’inizio dell’anno e fino al 5 settembre, si sono verificati 2.118 casi e 92 decessi: un record da quando il virus fu individuato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1999.

Gli stati degli USA interessati dall’infezione sono in tutto 48, ma più del 70 per cento dei casi è stato segnalato in sei stati: Texas, Mississippi, Louisiana, Oklahoma, Michigan e South Dakota. Quasi il 45 per cento di questi, si è verificato in Texas.

• Texas: 1.031 casi, 40 morti
• Oklahoma: casi 113, 7 morti
• Louisiana: 73 casi, 6 morti
• Michigan: 95 casi, 5 morti
• Mississippi: casi 113, 4 morti
• South Dakota : 119 casi, 2 morti

Il virus del Nilo occidentale fu scoperto in Uganda nel 1937 e in seguito è stato trovato negli uomini, negli uccelli e nei moscerini. La prima epidemia negli Stati Uniti venne dichiarata a New York nel 1999, quando più di 60 persone, 46 residenti in città, furono infettati dal virus e sette morirono. Per evitare il rinnovarsi dell’epidemia l’anno successivo, venero effettuate più di 50 irrorazioni di pesticidi tra la metà di luglio e la fine di settembre sulle aree di Brooklyn, Bronx, Staten Island, Queens e Manhattan.

Il virus può provocare tre tipi di reazioni negli esseri umani. Il più delle volte (nell’80 per cento dei casi) passa inosservato, ma può anche causare sintomi simili all’influenza: febbre, mal di testa, nausea, vomito e, a volte, gonfiori o eruzioni cutanee su petto, stomaco e schiena. Questi sintomi possono durare solo pochi giorni o alcune settimane. In una minoranza di casi, ci sono gravi complicazioni come meningite, encefalite, disorientamento, convulsioni, perdita della vista e paralisi. Le conseguenze di tali sintomi possono essere permanenti o fatali.

Per combattere la diffusione delle zanzare portatrici del virus del Nilo, il 28 agosto alcune zone della città di New York e di Sacramento, in California, sono state irrorate per cinque ore con i pesticidi. I casi confermati a New York sono 13, cinque dei quali a Manhattan. Secondo le autorità sanitarie l’attuale diffusione di infezioni potrebbe essere stata causata da un inverno particolarmente mite, da una primavera precoce e da un’estate molto calda, tutte ottime condizioni per la riproduzione della zanzara portatrice del virus.