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  • Giovedì 30 agosto 2012

L’effetto Glasgow

Nella seconda città più popolosa del Regno Unito si muore di più che in tutte le altre città britanniche, da decenni

GLASGOW, SCOTLAND - FEBRUARY 08: A general view of the Glasgow Necropolis on February 8, 2012 in Glasgow, Scotland. Glasgow Necropolis is a Victorian Cemetery situated on a hill next to Glasgow Cathedral. The cemetery was based on the Pere Lachaise in Paris and it is estimated that around 50,000 burials have taken place there, with around 3500 tombs. (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)
GLASGOW, SCOTLAND - FEBRUARY 08: A general view of the Glasgow Necropolis on February 8, 2012 in Glasgow, Scotland. Glasgow Necropolis is a Victorian Cemetery situated on a hill next to Glasgow Cathedral. The cemetery was based on the Pere Lachaise in Paris and it is estimated that around 50,000 burials have taken place there, with around 3500 tombs. (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)

Il tasso di mortalità tra gli abitanti di Glasgow, la città più popolosa della Scozia e la seconda più grande del Regno Unito, è il più alto tra le città della Gran Bretagna, racconta l’Economist questa settimana. Anche nei quartieri più ricchi, il tasso è superiore del 15 per cento rispetto ai quartieri ricchi delle altre grandi città britanniche. La situazione è peggiore nelle zone più povere della città: il Centro per la salute della popolazione di Glasgow ha rilevato che tra il 2003 e il 2007, tra la popolazione giovanile e adulta (esclusi gli anziani), ci sono stati 4.500 morti a causa delle gravi condizioni di salute, dovute soprattutto alla povertà. Il tasso di mortalità di Glasgow è il più alto nelle fasce di età tra i 15 e i 44 anni, tra i 45 e i 64 anni e oltre i 65 anni.

Si tratta di un fenomeno ormai acquisito e riconosciuto. I cittadini britannici sanno che a Glasgow si muore di più e si muore prima. E la colpa sarebbe proprio della città e dei suoi abitanti: il tasso culturale basso, la carenza di vitamina D nella popolazione, le questioni genetiche, la disuguaglianza sociale, la storia. Neanche i politici sono riusciti a migliorare la situazione. La differenza del tasso di mortalità tra Glasgow e le altre città britanniche è aumentata nel periodo tra il 1950 e il 1980, principalmente per il gran numero di morti causati dal cancro e dalle malattie cardiache. Poi, dal 1980 le cause sono state altre. Sono aumentati: il numero dei suicidi, le violenze, l’abuso di droghe e alcool, gli incidenti stradali.

Questo divario con le altre città è stato spiegato soprattutto con il tema della povertà della città: le persone più povere conducono una vita meno sana. Mettendo insieme i criteri dell’età, della povertà e di genere, Glasgow aveva più del doppio dei decessi delle città di Liverpool e Manchester. Alcune teorie sostengono che molto dipende anche dai modelli di comportamento (e abitudini, come per l’uso di alcool) trasmessi di generazione in generazione, altre hanno spiegato che la città sta soffrendo gli effetti della deindustrializzazione, che ha causato disoccupazione e povertà.

L’agenzia governativa, che ha il compito di migliorare lo stato della salute pubblica, cita la diseguaglianza sociale e di reddito tra i cittadini. Le differenze si sono ingrandite soprattutto dopo l’elezione nel 1979 dell’ex primo ministro Margaret Thatcher. Le riforme di quegli anni hanno portato cambiamenti nei sistemi industriali di Glasgow e degli altri grandi centri del Regno Unito. Secondo il Centro per la salute della popolazione, il tasso di mortalità, chiamato “l’effetto Glasgow”, è determinato quindi da una serie di fattori. E per abbassarlo, devono essere risolte tutte le cause ipotizzate dalle varie teorie e il governo dovrebbe fare una serie di riforme, che riguardino la famiglia, i giovani, l’occupazione e i redditi della popolazione.

Foto: Glasgow, Scozia (Jeff J Mitchell/Getty Images)