Vittorie, drappi e vessilli
Le foto del posto dove le bandiere ridiventano allegre e festose, le Olimpiadi
Le bandiere, sono allegre e divertenti per i bambini, poi si cresce e vengono investite da un carico di solenne gravità oppure di polverosa vetustà, come quelle che pendono tristi e logore dai pennoni scolastici. E le vediamo nelle visite di stato, o negli alzabandiera, oppure sbiadite sugli improvvisati pennoni dei camping e degli stabilimenti balneari (con scelte spesso misteriose). A un certo punto finiamo anche per volerle bene, alla nostra bandiera, ma come si vuole bene a una zia che ci si ricorda di chiamare solo per Natale: e ci mettono allegria casomai i colori delle bandiere altrui, che possiamo guardare come se fossero solo un addobbo, una grafica.
Fino a che non arrivano le occasioni sportive, quelle dove la bandiera torna improvvisamente buona e la sventoliamo festanti e giocondi: e soprattutto le Olimpiadi, dove lo possono fare tutti, a turno, e le bandiere si mescolano e ridiventano quella cosa festosa e allegra di quando eravamo bambini e le imparavamo a memoria (cosa c’è scritto in quella del Brasile? Che differenza c’è tra quella inglese e quella britannica?). E dal pubblico le lanciano, e i vincitori le raccolgono e ci si avvolgono, e se ne fanno pipistrelli, contenti e colorati.