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  • Mercoledì 18 luglio 2012

Lo scandalo HSBC negli Stati Uniti

I dirigenti della banca britannica si sono dovuti scusare davanti al Senato americano per il riciclaggio di denaro sporco dei narcotrafficanti messicani e per gli affari fatti con l'Iran e con una banca che finanzia Al Qaida

WASHINGTON, DC - JULY 17: Irene Dorner (L), President and CEO, HSBC Bank USA, N.A. and HSBC North America Holdings, Inc., New York, and Stuart Levey, Chief legal officer, HSBC Holdings plc, London, England, are sworn in during the Senate Homeland Security and Governmental Affairs Committee, on Capitol Hill, July 17, 2012 in Washington, DC. The committee is hearing testimony United States vulnerabilities to money laundering. (Photo by Mark Wilson/Getty Images)
WASHINGTON, DC - JULY 17: Irene Dorner (L), President and CEO, HSBC Bank USA, N.A. and HSBC North America Holdings, Inc., New York, and Stuart Levey, Chief legal officer, HSBC Holdings plc, London, England, are sworn in during the Senate Homeland Security and Governmental Affairs Committee, on Capitol Hill, July 17, 2012 in Washington, DC. The committee is hearing testimony United States vulnerabilities to money laundering. (Photo by Mark Wilson/Getty Images)

I dirigenti della banca britannica HSBC si sono presentati ieri davanti a una commissione del Senato degli Stati Uniti per ammettere le proprie responsabilità nel mancato controllo sulle transazioni finanziarie delle loro filiali negli Stati Uniti. Un rapporto di più di 400 pagine pubblicato lunedì da parte della commisione, dopo un anno di indagini, ha accusato HSBC di aver riciclato il denaro dei narcotrafficanti messicani sui propri conti negli Stati Uniti, fatto transazioni con l’Iran durante l’embargo imposto dal governo americano e aver ignorato i legami con il terrorismo di Al Qaida di alcuni suoi clienti, come la banca Al Rajhi di Riyad, in Arabia Saudita.

La banca avrebbe ignorato anche gli avvertimenti degli organi di sorveglianza e le proteste dei suoi dipendenti delle sussidiarie Hsus negli Stati Uniti e Hsmx in Messico, preoccupati per i «rischi associati a operazioni sospette». David Bagley, un alto dirigente della HSBC da più di vent’anni, si è dimesso. La banca è stata messa sotto indagine anche dal Ministero della Giustizia.

Tra il 2007 e il 2008, la sussidiaria messicana di HSBC avrebbe spedito 7 miliardi di dollari in contanti sui conti delle filiali degli Stati Uniti. Nel rapporto c’è scritto che la banca britannica ha aiutato l’Iran a evadere le sanzioni imposte dal governo americano, cancellando dai suoi archivi nomi e altri dati che avrebbero potuto far insospettire le autorità americane di controllo.

La HSBC avrebbe aperto circa 2000 conti a nome di società inesistenti su cui sono stati versati soldi di evasori fiscali, in modo da nascondere i nomi dei veri proprietari. La filiale americana di Miami aveva conti correnti di questo tipo per un valore di 2,6 miliardi di dollari. Dal rapporto risulta che la banca ha una filiale nelle Isole Cayman, un arcipelago a sud di Cuba, con 51mila clienti e 2,1 miliardi di dollari di depositi dal 2008, senza la presenza di un ufficio, né di dipendenti.

Il senatore Levin, capo della commissione, ha detto che le indagini mostrano «che dal 2001 al 2007 le filiali statunitensi dell’HSBC hanno fatto circa 25mila operazioni con l’Iran, transazioni per un valore di 19 miliardi di dollari». Inoltre le filiali americane avrebbero accettato più di 15 miliardi di dollari in contanti provenienti dal Messico, dalla Russia e da altri paesi ad alto rischio di riciclaggio di denaro, senza fare controlli su queste operazioni, tra la metà del 2006 e la metà del 2009. La sussidiaria messicana Hsmx sarebbe stata avvertita in almeno due occasioni dalle autorità di controllo messicane della possibilità che si trattasse di denaro proveniente dal narco-traffico.

Irene Dorner, amministratore delegato della sussidiaria statunitense di HSBC, si è scusata con la subcommissione: «Non siamo stati all’altezza delle aspettative dei nostri regolatori, dei nostri clienti e dei nostri dipendenti». Nell’audizione di martedì il senatore Carl Levin, ha accusato Grazia Dailey, ex capo vigilanza dell’Office of the Comptroller of the Currency (OCC), di non aver agito prima. L’OCC è una agenzia federale del governo americano che ha il compito di regolare e vigilare tutte le banche nazionali e le filiali di banche estere presenti negli Stati Uniti.

Le indagini su HSBC hanno riguardato un intervallo di circa dieci anni e sono stati esaminati 1,4 milioni di documenti. La banca britannica rischia una multa da un miliardo di dollari. Anche il Ministero della Giustizia americano sta facendo indagini e controlli sui conti delle filiali americane di HSBC. Il senatore Levin ha detto che «le banche che ignorano le norme anti riciclaggio rappresentano un grosso problema per il paese». I comportamenti illeciti nel mondo della finanza, ha detto Levin, «ci saranno finché le banche saranno trattate con i guanti dalle autorità».

Foto: Irene Dorner e Stuart Levey di HSBC (Mark Wilson/Getty Images)