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  • Sabato 7 luglio 2012

L’impeachment del presidente rumeno

È stato votato ieri dal parlamento: entro un mese dovrà essere confermato da un referendum, di cui il governo in carica ha appena cambiato le regole

Il presidente della Repubblica rumeno, Traian Basescu, è stato sospeso dalla sua carica con un voto del parlamento. Le accuse, contenute in un documento di 17 pagine, sono di aver violato la costituzione e di abuso di potere. Tra le altre accuse c’è anche quella di aver usurpato il ruolo del primo ministro quando nel 2010 annunciò e mise in atto le riforme di austerità chieste del Fondo monetario internazionale. L’impeachment, cioè la messa in stato di accusa di detentori di importanti cariche pubbliche, porterà a un referendum popolare nei prossimi trenta giorni. Il risultato potrebbe portare alla destituzione del sessantenne Basescu, ex capitano di nave, vicino al Partito democratico liberale (PDL), di centrodestra.

Il voto è stato promosso da Victor Ponta, che da maggio è il nuovo primo ministro e il leader di un governo di centrosinistra, dopo la caduta del governo di centrodestra di Ungureanu. Poco prima del voto Ponta aveva cambiato la legge che regola l’impeachment. Secondo la vecchia legge per condannare il presidente della Repubblica al referendum era necessario il voto del 50% più uno degli aventi diritto. Grazie a questa legge nel 2007 Basescu si era già salvato un’altra volta dalla destituzione. Secondo le nuove regole per destituirlo sarà necessaria la maggioranza dei votanti, abolendo quindi il quorum. Crin Antonescu, presidente del Senato e ora facente funzione di presidente della Repubblica, ha annunciato il voto per il 29 luglio.

Basescu è presidente dal 2004. Quello attuale è il suo secondo mandato che dovrebbe scadere nel 2014. Negli ultimi anni i suoi tentativi di emarginare e controllare i giudici, le sue affermazioni razziste su rom e disabili gli hanno attirato le critiche di Stati Uniti e Unione Europea, che si sono detti preoccupati per la democrazia nel paese. Victor Ponta, 39 anni, è diventato primo ministro il 7 maggio. Il suo è stato il primo governo socialista degli ultimi quattro anni ed il primo a non essere deferente nei confronti del presidente. In pochi mesi Ponta ha sostituito i presidenti delle camere, favorevoli a Basescu, ha ridotto i poteri della Corte costituzionale (considerata vicina al centrodestra) e ha cambiato la legge sull’impeachment rendendo molto probabile la destituzione definitiva di Basescu.

La destituzione di Basescu e i cambiamenti che Ponta ha compiuto per renderla possibile preoccupano Europa e Stati Uniti. Ieri la Commissione europea ha chiesto al governo di Ponta di rispettare il diritto e l’indipendenza del potere giudiziario, chiamandoli: “le pietre fondanti della democrazia europea”. L’ambasciatore statunitense a Bucarest ha espresso la sua preoccupazione per le minacce all’indipendenza delle istituzioni democratiche. In quella che è sembrata una risposta a queste preoccupazioni, Ponta ha dichiarato che le autorità si assicureranno che il referendum per la destituzione di Basescu avvenga nel massimo rispetto della legalità.

Il presidente Basescu nell’aula del parlamento rumeno
foto: RAZVAN CHIRITA/AFP/GettyImages