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  • Mercoledì 4 luglio 2012

Come si diventa direttori della BBC

Il nuovo direttore generale è stato annunciato oggi a seguito di una procedura articolata e particolarmente istruttiva, in tempi di nomine RAI

Un mese fa il governo Monti ha nominato un nuovo direttore generale e un nuovo presidente della RAI, rispettivamente Luigi Gubitosi e Anna Maria Tarantola. Da allora è partito però una specie di boicottaggio da parte dei membri dell’ex maggioranza (PdL-Lega Nord) alle riunioni della Commissione parlamentare di vigilanza della RAI: per questo motivo, le riunioni continuano a saltare e non vengono nominati i nuovi componenti del consiglio di amministrazione della RAI (nomine che spettano alla Commissione di vigilanza, appunto). Il caso vuole che, come notato da Valigia Blu, in questi giorni anche il servizio pubblico radiotelevisivo britannico, la BBC, stia rinnovando i suoi vertici. Ed è interessante vedere come.

Il nome del nuovo direttore generale della BBC è stato annunciato oggi: si chiama George Entwistle e a settembre succederà a Mark Thompson, 54 anni, che dal 2004 è a capo di tutti i servizi televisivi, radiofonici e sul web della British Broadcasting Corporation, che è finanziata per la maggior parte con un’imposta simile al canone ed è di proprietà pubblica. Il direttore generale riceve uno stipendio annuale di circa 450.000 sterline (circa 560.000 euro). Thompson, che con otto anni da direttore generale è uno dei capi della BBC in carica più a lungo negli ultimi quarant’anni, aveva annunciato la sua partenza a fine marzo.

La carica di direttore generale è molto prestigiosa e considerata nel Regno Unito, tanto che sul sito della BBC ci sono persino i ritratti ufficiali dei 15 direttori generali che sono stati in carica dal primo gennaio 1927 (data della sua fondazione come ente pubblico). Formalmente il direttore generale è nominato dal BBC Trust, l’organismo di governo della BBC che opera in modo indipendente dall’amministrazione dell’emittente ed è anche una sorta di collegio di garanzia. Ha 12 membri, esiste dal 2007 (quando ha sostituito il Board of Governors) e risponde del suo operato al Parlamento, con una relazione annuale. I suoi membri sono nominati dalla corona su indicazione del governo in carica: ne fanno parte uomini d’affari e personalità del mondo della cultura e dell’informazione, come, nel Trust attuale, l’ex direttore del British Museum e l’ex responsabile economico del quotidiano The Independent.

La procedura che ha seguito il BBC Trust nella prima scelta del direttore generale che ha dovuto fare è stata in larga parte trasparente e seguita dai mezzi di comunicazione britannici. Nel periodo in cui Thompson ha annunciato che avrebbe abbandonato l’incarico, una multinazionale specializzata nella selezione delle risorse umane per importanti incarichi aziendali, la Egon Zehnder International, ha pubblicato un annuncio di lavoro per conto di BBC in cui veniva richiesto di inviare i propri curriculum e una lettera di presentazione a un indirizzo email della stessa società.

Nelle ultime settimane era emersa la lista dei candidati che erano stati selezionati per il ruolo, che era segnalato come vacante persino sulla pagina del trovalavoro della BBC. Della lista ristretta facevano parte Entwistle, che è stato poi il candidato scelto, un altro manager della BBC, Caroline Thomson, e il direttore di Ofcom, l’autorità britannica per le comunicazioni. C’erano anche voci su altri candidati e da alcuni giorni erano disponibili articoli sulle loro diverse personalità e competenze.

George Entwistle, 49 anni, lavora alla BBC dal 1989 ed è stato responsabile di alcuni dei programmi principali dell’emittente, tra cui BBC Panorama e Newsnight. Lo stesso Thompson lo aveva indicato come possibile successore. Gli articoli sulla stampa precisavano che tra i suoi interessi c’era anche la storia militare e l’architettura gotica, e che era il principale rivale interno di Caroline Thomson, un altro dei candidati al ruolo.

La BBC, che sta affrontando un periodo di forti tagli e ridimensionamenti (con la chiusura, ad esempio, di parte del suo glorioso servizio radiofonico plurilingue), è una delle emittenti più grandi del mondo, che impiega oltre 20.000 persone. Lo stesso sito dedicato alla propria storia non nega che ci siano stati momenti di attrito ed episodi controversi nel rapporto con il potere esecutivo: questi fatti sono riportati e commentati sul sito stesso, che contiene persino la cronaca dettagliata dell’episodio che portò alle dimissioni del direttore generale nel 2004.