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  • Lunedì 1 agosto 2011

Oggi sciopera la BBC

I tagli del governo e un riordino aziendale provocano licenziamenti e proteste, mettendo a rischio le trasmissioni

I giornalisti della BBC hanno indetto per oggi uno sciopero di 24 ore per protestare contro i licenziamenti dei dipendenti della divisione World Service. Da domani inizierà uno “sciopero bianco” a tempo indeterminato: una forma di protesta condotta senza una vera e propria astensione dal lavoro ma seguendo rigidamente le regole burocratiche e rispettando l’orario contrattuale. In Regno Unito gli scioperi dei giornalisti sono piuttosto rari: quelli della BBC avevano già protestato nel novembre del 2010 contro i tagli alle pensioni.

I licenziamenti si devono ai tagli dei finanziamenti assegnati al network dal governo, a causa dei quali l’emittente ha in programma di diminuire del 20 per cento il budget annuale di spesa, e alla fusione tra i dipartimenti BBC News e BBC World Service. L’ Unione Nazionale dei Giornalisti, un sindacato dei giornalisti, aveva organizzato uno sciopero il 15 luglio scorso per protestare contro il licenziamento di 100 persone. In quell’occasione alcuni programmi di informazione erano stati trasmessi in ritardo e in forma ridotta, mentre il principale notiziario serale, Newsnight, non era andato in onda.

Michelle Stanistreet, segretaria generale dell’Unione Nazionale dei Giornalisti britannici, ha accusato i manager della BBC di non essersi occupati del problema del reimpiego del personale e anzi di avere assegnato lo scorso giugno 335 nuovi incarichi dandone solo 17 a lavoratori che svolgevano lavori ridondanti, e quindi rischiavano di essere licenziati nella fusione tra le due branche della società. La direzione della BBC ha replicato sostenendo di aver fatto il possibile per far fronte alla situazione, ricollocando il 27 per cento dei dipendenti licenziati. Ma le prospettive non sono rassicuranti: in autunno, nella fusione tra BBC News e World News, altre 1000 persone potrebbero perdere il lavoro.

Le proteste contro i tagli alle pensioni nel novembre 2010.
Foto: Ben Stansall/AFP/Getty Images