Il documento sul Consiglio europeo

Il Sole 24 Ore mostra e racconta la relazione di Van Rompuy, Draghi, Barroso e Juncker con le proposte per uscire dalla crisi e salvare l'euro

Il 28 e 29 giugno a Bruxelles si terrà un Consiglio europeo secondo molti decisivo per prendere misure contro la crisi che sta colpendo l’Europa. Il Sole 24 Ore ha pubblicato una relazione e la sua lettera d’accompagnamento, scritte dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, insieme al presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi; al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso; e al presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Oggi a Parigi si riuniscono i ministri delle Finanze di Germania, Francia, Italia e Spagna. Il documento di fatto è un punto di partenza in vista della discussione di giovedì.

È un documento di appena sette pagine il rapporto che il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy ha trasmesso questa notte alle delegazioni nazionali dei 27 paesi dell’Unione. Basato su quattro pilastri, la relazione – messa a rapporto messo a punto insieme a Mario Draghi, José Manuel Barroso e Jean Claude Juncker – densa di spunti anche controversi, tratteggia possibili scenari sul futuro della zona euro nel tentativo di dare una risposta strutturale e istituzionale alla crisi debitoria degli ultimi tre anni.

Ecco un breve riassunto del documento per punti:

– «Un quadro finanziario integrato dovrebbe riguardare tutti i paesi dell’Unione, permettendo comunque specifiche differenze tra paesi della zona euro e paesi extra-zona euro su tutte quelle parti del quadro che sono principalmente legate al funzionamento dell’unione monetaria e alla stabilità della zona euro piuttosto che semplicemente al mercato unico». Il rapporto suggerisce quindi la centralizzazione della vigilanza alla Banca centrale europea, in base all’articolo 127 dei trattati. Consiglia anche la nascita di una garanzia europea dei depositi e un fondo europeo di gestione delle crisi finanziato “principalmente” dalle banche. Ambedue questi elementi potrebbero essere messi sotto il controllo di un’autorità comune. Il meccanismo di stabilità Esm diventerebbe “un cuscinetto finanziario” sia per la garanzia dei depositi che per il fondo di risoluzione.

(continua a leggere sul sito del Sole 24 Ore)

Guida al prossimo Consiglio europeo