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  • Mercoledì 13 giugno 2012

Germania contro Olanda, non una partita qualsiasi

Storia di una delle più forti rivalità calcistiche, tra pugni, sputi, vendette e magliette usate come carta igienica

di Antonello Guerrera - @antoguerrera

Allsport UK /Allsport
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Stasera alle 20,45 a Kharkiv – la città ucraina dove è detenuta l’ex premier ucraina Yulia Tymoshenko – si gioca la partita tra Germania e Olanda, valida per la seconda giornata del girone B degli Europei di calcio del 2012. Si tratta di una partita importante soprattutto per l’Olanda che, dopo la sorprendente sconfitta all’esordio contro la Danimarca, ora per qualificarsi deve battere i tedeschi (che sono in testa al girone con 3 punti).

Oltre a essere una partita fondamentale di questi Europei, Germania e Olanda  condividono una delle rivalità più forti e sentite tra squadre nazionali, secondo molti addirittura più forte di quella storica con gli inglesi. Per l’allenatore dell’Olanda negli anni Ottanta, Rinus Michels, per esempio, giocare a calcio contro la Germania è sempre stata una vera e propria “guerra”. Il grande difensore tedesco Franz Beckenbauer, invece, disse una volta:

Giocare con l’Olanda mi ha fatto perdere anni di vita. Ma era qualcosa che non avrei voluto perdere per nulla al mondo.

La rivalità tra Olanda e Germania ha radici nella storia, e cioè dalla Seconda Guerra Mondiale, quando l’Olanda si era dichiarata neutrale e nonostante questo venne invasa dai tedeschi: con conseguenze catastrofiche per il paese, distrutto alla fine della guerra, e per la popolazione, visto che morirono circa 250mila olandesi. Da quel momento in poi ogni occasione diventò buona per gli olandesi per prendersi una rivincita sulla Germania, anche nello sport. Tra le tante partite giocate tra le due squadre, quattro di queste sono rimaste nella storia.

La finale dei Mondiali del 1974
Negli anni Cinquanta e Sessanta la rivalità tra Germania e Olanda è stata piuttosto contenuta. Nel 1974 è cambiato tutto. Quell’anno Germania e Olanda giocarono la finale degli Mondiali di calcio, tra l’altro proprio in Germania. L’Olanda aveva una squadra straordinaria, una generazione d’oro guidata da Johan Cruijff e Johan Neeskens. Erano quelli del “calcio totale“, per intenderci, ossia quello stile di gioco per cui ogni calciatore è in grado di ricoprire più ruoli e ogni volta che qualcuno si sposta dalla propria posizione è subito sostituito da un compagno, permettendo così alla squadra di mantenere inalterata la propria disposizione tattica. L’Olanda perse la finale con i tedeschi per 2-1, nonostante essere passata in vantaggio proprio con Neeskens e aver giocato meglio.

La sconfitta fu un brutto colpo per tutto il paese, visto che da circa trent’anni l’Olanda aspettava il momento di umiliare i tedeschi. In Olanda quella partita è stata da allora ribattezzata “la madre di tutte le sconfitte”. Per far capire quanto fosse sentita la partita dagli olandesi, il centrocampista Willem van Hanegem, in campo nella finale del 1974, disse molto amareggiato a fine partita:

I nazisti hanno ucciso mio padre, mia sorella e i miei due fratelli. Sono troppo arrabbiato. Li odio.

Le risse agli Europei del 1980
Sei anni dopo, il 14 giugno 1980, Germania e Olanda giocarono un’altra partita rimasta nella storia, quella allo stadio San Paolo di Napoli valida per gli Europei. Vinse ancora la Germania, per 3-2, risultato che poi si rivelò decisivo per l’eliminazione dell’Olanda al primo turno. Quella partita, oltre che per la tripletta di Klaus Allofs, viene oggi ricordata per risse e scontri in campo, come quello tra Toni Schumacher (Germania) e Huub Stevens (Olanda), e per il pugno dell’olandese Rene van de Kerkhof al tedesco Bernd Schuster.

La vittoria dell’Olanda nel 1988, in Germania
Otto anni dopo l’Olanda si prese l’agognata rivincita. Accadde agli Europei 1988, anche questi organizzati dalla Germania Ovest. Anche stavolta l’Olanda aveva una generazione di calciatori fenomenali, soprattutto Frank Rijkaard, Ruud Gullit e Marco Van Basten. Germania-Olanda non fu la finale ma una delle due semifinali del torneo, e stavolta a rimontare fu l’Olanda, che vinse 2-1 con un gol di Van Basten negli ultimi minuti (poi l’Olanda avrebbe vinto gli Europei, in casa dei tedeschi, battendo l’Unione Sovietica in finale). Dopo la partita l’olandese Ronald Koeman andò sotto il settore dei tifosi tedeschi con la maglia del loro connazionale Olaf Thon e fece finta di usarla come carta igienica.

In Olanda esplose una gioia covata per decenni e che durò giorni. Il giorno dopo la partita scesero in strada a festeggiare ben 9 milioni di olandesi, ossia circa il 60 per cento della popolazione dell’epoca. Fu la più grande manifestazione di piazza nella storia del paese dopo la liberazione dal nazismo.

In strada molti olandesi lanciarono le loro biciclette in aria in segno di gioia, spesso cantando “ci siamo ripresi le nostre biciclette”. Questo perché i nazisti, quando invasero il paese all’inizio degli anni Quaranta, gliele sequestrarono tutte. A questo proposito, Ruud Gullit dichiarò qualche giorno dopo la vittoria contro la Germania:

Abbiamo fatto felici le generazioni più anziane. Ho visto la loro emozione, le loro lacrime.

Lo sputo di Rijkaard ai Mondiali del 1990
Due anni dopo ci fu un’altra partita molto accesa ed estremamente fallosa tra Germania e Olanda, stavolta ai Mondiali organizzati dall’Italia nel 1990. Si giocò per gli ottavi di finale e i tedeschi vinsero per 2-1 allo stadio San Siro di Milano. La partita viene tuttora ricordata perché l’olandese Frank Rijkaard sputò due volte contro l’attaccante tedesco Rudi Völler. Entrambi vennero poi espulsi. La Germania, poi, avrebbe vinto il Mondiale.

– Luca Sofri, La prima volta che vidi Germania-Olanda, e la seconda

nella foto Frank Rijkaard sputa a Rudi Völler durante i Mondiali del 1990 (Allsport UK /Allsport)