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  • Mercoledì 13 giugno 2012

Gli attentati contro gli sciiti in Iraq

Una serie di attacchi in varie città del paese ha ucciso almeno 56 persone, soprattutto fedeli sciiti e poliziotti

nella foto, le conseguenze dell'attentato a Baghdad dello scorso 4 giugno Tariq al-Hashimi (AP/Hadi Mizban)
nella foto, le conseguenze dell'attentato a Baghdad dello scorso 4 giugno Tariq al-Hashimi (AP/Hadi Mizban)

Oggi in Iraq ci sono stati alcuni gravi attentati che hanno colpito soprattutto fedeli sciiti e poliziotti. Al momento, ci sarebbero almeno 56 morti e 150 feriti, ma secondo la BBC i morti sarebbero già 62. Gli attentati sono stati organizzati in occasione di una festa religiosa molto importante per gli sciiti, quella in onore di Moussa al-Kadhim, pronipote del profeta Maometto. Non c’è ancora alcuna rivendicazione.

Stamattina almeno 30 persone, in gran parte musulmani sciiti, sono morte a Baghdad a causa dell’esplosione di quattro bombe. A Hilla, invece, a 100 chilometri a sud della capitale, altri due attentati, di cui uno kamikaze, sono stati organizzati in una strada di ristoranti generalmente frequentati da agenti di polizia: qui ci sarebbero almeno 22 morti e 38 feriti. A Balad, invece, una città a maggioranza sciita a 80 chilometri a nord di Baghdad, due autobombe hanno ucciso almeno quattro persone.

Da quando l’esercito degli Stati Uniti ha lasciato ufficialmente l’Iraq, lo scorso dicembre, sono aumentati sensibilmente gli attentati di matrice interreligiosa. Solo domenica scorsa erano state uccise altre sei persone a causa di due bombe a mano lanciate in una piazza di Baghdad affollata soprattutto da fedeli sciiti. Lo scorso 4 giugno, invece, c’era stato un attentato kamikaze ancora più grave, sempre a Baghdad e sempre contro gli sciiti, in cui erano morte 26 persone e altre 200 erano rimaste ferite. Allora l’attacco era stato rivendicato dall’organizzazione terroristica Stato Islamico dell’Iraq, un gruppo affiliato ad Al Qaeda.

Il governo centrale iracheno, inoltre, è sempre più fragile a causa delle divisioni che ci sono tra sunniti, sciiti e curdi. Il vicepresidente iracheno Tariq al-Hashimi è attualmente latitante per la giustizia irachena che lo accusa di terrorismo: secondo diversi analisti, il suo caso sarebbe un altro esempio dello scontro interreligioso in corso in Iraq.

nella foto, le conseguenze dell’attentato a Baghdad dello scorso 4 giugno (AP/Hadi Mizban)