Pisapia conferma le dimissioni da Expo

Il sindaco di Milano chiede maggiori attenzioni e garanzie al governo, che però non concede deroghe al patto di stabilità per offrire più fondi

Oggi il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha partecipato a Parigi a una riunione dell’Ufficio Internazionale delle Esposizioni (BIE) sull’Expo 2015. Rispondendo ai giornalisti, Pisapia ha confermato di non voler ritirare le proprie dimissioni da commissario per l’Esposizione, annunciate ieri e presentate in forma scritta al governo con una lettera inviata venerdì scorso. Il sindaco ha spiegato “che non è questione di dimissioni o meno: o c’è da parte di tutte le istituzioni il massimo impegno per l’Expo o altrimenti ci sono dei rischi molto seri, che non possiamo permetterci di correre a quasi mille giorni dall’inizio” della manifestazione che si terrà nella zona di Rho Fiera nella periferia di Milano.

(Dieci cose su Expo 2015)

Fino al momento delle dimissioni il sindaco di Milano era commissario straordinario all’Expo, mentre il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, continua a essere commissario generale e ha l’incarico di coordinatore e direttore dei lavori dell’Esposizione. Oltre ai due commissari c’è anche un amministratore delegato di “Expo 2015 Spa”, Giuseppe Sala. La presenza di incarichi simili e con ruoli poco definiti aveva contribuito alle difficoltà di gestione e organizzazione dell’evento.

Pisapia ha spiegato di credere con convinzione nel progetto, ma di essersi comunque dimesso per “lanciare un allarme”. Secondo l’ex commissario, a parte gli sforzi realizzati a Milano, nel resto d’Italia il tema dell’Expo 2015 non è sentito a sufficienza e anche il governo fino a ora avrebbe fatto poco per l’organizzazione dell’evento. Riferendosi alla vicenda dei terreni su cui dovranno essere edificate le strutture dell’Esposizione, Pisapia ha detto di aver “fatto tutto quello che dovevo fare”, mentre è mancata una coordinazione tra Milano e Roma.

In seguito alle dimissioni da commissario dell’Expo di Pisapia, ieri il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha diffuso una nota per illustrare l’operato del governo fino a ora e per chiedere al sindaco di Milano di ripensarci e mantenere il proprio incarico. Per “rafforzare ulteriormente l’azione del governo centrale”, Monti ha annunciato l’istituzione di un tavolo di coordinamento sull’Expo di cui faranno parte il Presidente del Consiglio, i viceministri Vittorio Grilli e Mario Ciaccia e i sottosegretari Paolo Peluffo e Marta Dassù.

Insieme con altri amministratori, Pisapia aveva anche chiesto al governo la possibilità di ottenere una deroga al patto di stabilità per un importo pari a circa 130 milioni di euro all’anno, da qui al 2015 per la realizzazione delle opere dell’Expo. Con il comunicato di ieri, il governo ha confermato l’impossibilità di accettare la domanda a causa della mancanza di “disponibilità utili al fine della copertura della richiesta di deroga”. Il reperimento dei fondi rimane uno dei nodi essenziali per organizzare secondo i piani l’Expo 2015.

Come spiega Maurizio Giannattasio sul Corriere della Sera di oggi “gli 830 milioni promessi dal governo sembrano essere ancora al sicuro”, mentre mancano notizie certe sul denaro che dovrebbero versare altri due soci: la Provincia di Milano e la Camera di Commercio di Milano. Entrambi gli enti dovrebbero versare 70 milioni di euro a testa, ma la Camera di Commercio sembra ne voglia versare solamente la metà rispetto a quanto annunciato in precedenza, mentre non è ancora chiaro quanto verserà la Provincia, e quando.

Ci si prepara al primo grande appalto di Expo, quello che riguarda la piastra, valore 275 milioni di euro (demolizione dei manufatti, creazione dei sottoservizi per l’urbanizzazione dell’area, realizzazioni dei percorsi interni, costruzione delle tensostrutture, del canale d’acqua, dei ponti, definizione della collina, la realizzazione dei tre padiglioni tematici). Il bando verrà aggiudicato entro il 15 luglio. Perché prima bisogna risolvere il problema della proprietà dei terreni. Una storia infinita. Proprietà frazionatissima, problemi sul prezzo, trattative lunghissime. Pochi giorni fa una buona notizia. I periti del Tribunale hanno confermato le stime dell’Agenzia del Territorio. Ok, il prezzo è giusto. Il valore delle aree del Comune di Rho, della Provincia, del Comune di Milano e della Fondazione Fiera è congruo. Venerdì si terrà l’assemblea di Arexpo con il previsto aumento di capitale e l’entrata di tutti i soci pubblici. Fondamentale, altrimenti la società Expo non sarebbe stata in grado di affidare i terreni ai vincitori del bando per la realizzazione della piastra tecnologica. Dopo partiranno gli appalti per altri tre manufatti: l’Expo Center, il Centro giornalisti e l’area service. Nel 2013 le gare per le passerelle, il teatro e la cascina Triulza. I primi padiglioni dei Paesi ospiti arriveranno tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014.

foto: Gian Mattia D’Alberto – LaPresse