Il gruppo editoriale L’Espresso dovrà pagare una multa da 227 milioni

La società presieduta da Carlo De Benedetti è stata condannata per imposte non pagate

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
29-11-2011 Roma
Spettacolo
Trasmissione tv "Otto e Mezzo"
Nella foto Carlo De Benedetti

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
29-11-2011 Rome
Tv program "Otto e Mezzo"
In the photo Carlo De Benedetti
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 29-11-2011 Roma Spettacolo Trasmissione tv "Otto e Mezzo" Nella foto Carlo De Benedetti Photo Roberto Monaldo / LaPresse 29-11-2011 Rome Tv program "Otto e Mezzo" In the photo Carlo De Benedetti

Il Gruppo Editoriale L’Espresso, presieduto da Carlo De Benedetti, è stato condannato dalla Commissione Tributaria Regionale di Roma a pagare una multa di circa 227 milioni di euro a causa di imposte non pagate. La Commissione si è pronunciata sugli accertamenti emessi dalla Agenzia delle Entrate nei confronti della società per fatti che risalgono al 1991.

In un comunicato stampa il Gruppo ha fatto sapere:

La Commissione Tributaria Regionale ha dichiarato legittima la ripresa a tassazione di Lire 440.824.125.000 per plusvalenze, ad avviso della Commissione, realizzate e non dichiarate e di Lire 13.972.000.000 per il recupero di costi assunti come indeducibili afferenti a dividendi e credito di imposta, con applicazione delle sanzioni ai minimi di legge e condanna alle spese di giudizio.

Gruppo Espresso rileva che i propri ricorsi avverso i suddetti accertamenti erano stati accolti in due precedenti gradi di giudizio e che i fatti contestati erano stati dichiarati a suo tempo insussistenti in sede penale.

Il Gruppo, anche alla luce delle motivazioni pubblicate, ritiene l’odierna sentenza manifestamente infondata oltreché palesemente illegittima sotto numerosi aspetti di rito e di merito.

Gruppo Espresso confida che tale sentenza sarà annullata e pertanto ha dato immediato mandato ai propri legali per il ricorso in Cassazione.

La vicenda riguarda i fatti del 1991 e quella vicenda (prima finanziaria e poi giudiziaria) che ha preso il nome di “Guerra di Segrate”. In quell’anno a seguito della spartizione della Mondadori tra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti, nacque il Gruppo Espresso con il Gruppo CIR come azionista di maggioranza. L’Editoriale La Repubblica, attraverso la fusione con la Cartiera di Ascoli, si quotò in Borsa.

La cartiera fu al centro della contesa tra De Benedetti e Berlusconi che, durante un convegno a Roma nel 2011, spiegò: «La vicenda del Lodo Mondadori è stata una rapina a mano armata: a De Benedetti, scorporandogli la Mondadori, furono dati ‘Repubblica’, diciotto giornali provinciali importantissimi, ‘L’Espresso’e la cartiera di Ascoli, che non era nel suo primitivo gruppo».