Cinque nuovi arresti in Lombardia

Nell'ambito delle nuove inchieste sulla sanità, è coinvolto anche l'ex assessore regionale esponente di Comunione e Liberazione

Ieri sono state arrestate quattro persone e una quinta si trova agli arresti domiciliari per l’inchiesta sulla sanità in Lombardia condotta dalla Procura di Milano. La nuova vicenda fa parte delle indagini sul San Raffaele e ha coinvolto la Fondazione Maugeri, un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico con sede a Pavia ma con istituti in tutta Italia. Sono almeno 56 i milioni di euro di fondi neri per i quali il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Tutinelli ha firmato i provvedimento di arresto.

Al centro della nuova inchiesta c’è Piero Daccò, l’intermediario in rapporti d’affari e di consulenze con il San Raffaele che si trova in carcere dal 15 novembre. Oltre a lui, sono coinvolti Antonio Simone, esponente di Comunione e Liberazione ed ex assessore regionale alla Sanità in Lombardia (tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta), Massimo Claudio, commercialista e consulente della Fondazione, Costantino Passerino, direttore amministrativo della Fondazione Maugeri e Gianfranco Mozzali, legale rappresentante di una società collegata alla Maugeri. Poiché ha settantuno anni, per il presidente della Fondazione Umberto Maugeri il gip ha ordinato i domiciliari.

Alle sei persone coinvolte i pubblici ministeri Laura Pedio, Antonio Pastore, Luigi Orsi e Gaetano Ruta contestano l’associazione a delinquere: a Antonio Simone anche il riciclaggio, a Piero Daccò anche l’appropriazione indebita e l’intestazione fittizia di beni. L’associazione criminale fra il 2004 e il 2011 avrebbe trasferito il denaro della Fondazione all’estero: a Madeira, Malta, Lussemburgo, Svizzera, Austria e Stati Uniti.

Roberto Formigoni, dopo gli arresti ha detto: «Si tratta di una realtà privata e in Lombardia ci sono 880 mila aziende private, non compete al presidente della Regione Lombardia farsene carico: ogni imprenditore è responsabile della conduzione della propria azienda». E sull’ex assessore regionale Antonio Simone ha dichiarato: «Non ne so assolutamente nulla. Mi dispiace per i fondi distratti, ma non ne sono minimamente informato».