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  • Martedì 10 aprile 2012

Israele ha chiesto di nuovo la grazia per Jonathan Pollard

E gli Stati Uniti hanno di nuovo detto di no: l'ex spia israeliana condannata all'ergastolo nel 1987 resterà in carcere

DAVID BUIMOVITCH/AFP/Getty Images)
DAVID BUIMOVITCH/AFP/Getty Images)

Jonathan Pollard ha 57 anni ed è un’ex spia israeliana, condannata all’ergastolo negli Stati Uniti nel 1987. Oggi le condizioni di salute di Pollard non sembrano essere buone: il 4 aprile scorso, infatti, Pollard è stato ricoverato nel centro medico della prigione di Butner, in Nord Carolina (Stati Uniti). Secondo il suo avvocato Eliot Lauer, Pollard soffrirebbe di nausea, vertigini e di forti dolori al ventre. Lauer dice che nell’ultimo anno le condizioni di Pollard si sono aggravate e per questo Pollard è stato sottoposto anche ad alcuni interventi chirurgici. I dolori questa volta sarebbero stati così forti da rendere necessario il ricovero. A causa delle attuali condizioni di salute di Pollard, il presidente israeliano Shimon Peres ha chiesto la grazia per l’ex spia attraverso una lettera personale inviata al presidente americano Barack Obama. Gli Stati Uniti hanno respinto la richiesta.

Jonathan Pollard è un cittadino israeliano dal 1995 – dopo la condanna all’ergastolo ha deciso di rinunciare alla cittadinanza americana – e venne arrestato il 21 novembre 1985 con l’accusa di aver passato dal 1984 in poi migliaia di documenti segreti a Israele mentre lavorava come analista dei servizi di intelligence della Marina Militare statunitense (Naval Intelligence Command, NIC). Secondo quanto si stabilì nel processo, in cambio di migliaia di dollari al mese Pollard passò i documenti a Israele anche grazie alla mediazione di Aviem Sella, un 66enne veterano dell’aeronautica militare israeliana. Pollard avrebbe anche passato altri documenti segreti a spie di Sudafrica e Australia e provò anche a coinvolgere i servizi segreti pachistani, ma sembra senza successo.

Pollard venne arrestato grazie alla testimonianza di un anonimo collega del NIC che notò alcuni suoi movimenti sospetti. La spia cercò di rifugiarsi nell’ambasciata israeliana negli Stati Uniti con sua moglie e chiedere così asilo politico, ma le guardie intorno gli negarono l’accesso e così venne arrestato. Pollard all’inizio si dichiarò innocente ma poi negli anni cambiò versione, ammettendo di aver rubato e passato i documenti a Israele. Anche Israele all’inizio negò tutto, ma poi successivamente ha ammesso di aver ricevuto dei file e si è scusata con gli Stati Uniti.

Non è la prima volta che Israele chiede il rilascio di Pollard. Nel gennaio 2011 il premier Benjamin Netanyahu fu il primo a chiedere ufficialmente la grazia per Pollard, anche se molti presidenti e premier israeliani, dopo la condanna di Pollard, hanno chiesto negli ultimi anni, ma in maniera informale, la sua liberazione. Haaretz ricorda addirittura di quando nel 1998, durante le trattative dell’accordo di Wye Plantation tra Israele e Autorità palestinese mediato da Bill Clinton e dal re giordano Hussein, l’allora premier Netanyahu provò a inserire nei negoziati anche la questione della grazia a Pollard.

foto: DAVID BUIMOVITCH/AFP/Getty Images