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  • Venerdì 16 marzo 2012

In Afghanistan le cose peggiorano

I talebani hanno interrotto i negoziati col governo, intanto emergono informazioni sul soldato accusato di avere ucciso deliberatamente 16 civili

Afghan policemen march during a graduation ceremony at a police training centre in Herat on March 15, 2012. Some 270 officers including 27 females graduated following their eight-week training course at Ansar 606 police training centre in the western province of Herat. The Afghan government wants to take control of the country's security from the United States in 2013 and not 2014 as previously planned, President Hamid Karzai's spokesman said. AFP PHOTO / Aref Karimi (Photo credit should read Aref Karimi/AFP/Getty Images)
Afghan policemen march during a graduation ceremony at a police training centre in Herat on March 15, 2012. Some 270 officers including 27 females graduated following their eight-week training course at Ansar 606 police training centre in the western province of Herat. The Afghan government wants to take control of the country's security from the United States in 2013 and not 2014 as previously planned, President Hamid Karzai's spokesman said. AFP PHOTO / Aref Karimi (Photo credit should read Aref Karimi/AFP/Getty Images)

Il soldato americano accusato di avere ucciso 16 civili afghani domenica 11 marzo era stato ferito due volte durante la sua missione in Iraq ed era insoddisfatto per la nuova missione che gli era stata affidata. Lo ha detto il suo avvocato, John Henry Browne, che non ha fatto il suo nome ma ha detto che ha 38 anni e “aveva visto saltare in aria la gamba di un suo amico” il giorno precedente alla strage (testimonianze anonime parlano anche di abuso di alcolici). Il soldato mercoledì scorso è stato portato in Kuwait e presto sarà trasferito negli Stati Uniti, in Kansas, dove con ogni probabilità sarà formalmente incriminato.

Quanto accaduto ha ulteriormente complicato la già fragilissima situazione politica afghana e la transizione di poteri e responsabilità con gli Stati Uniti, che sono impegnati in un faticoso negoziato con i talebani e si sono impegnati – d’accordo con le autorità locali – a lasciare il paese entro la fine del 2014. Il ministro della Difesa statunitense, Leon Panetta, ha visitato l’Afghanistan nei giorni scorsi proprio nel tentativo di mantenere buoni rapporti col governo di Karzai.

Questa mattina, intanto, un elicottero della NATO con a bordo otto soldati turchi si è schiantato nella periferia di Kabul, colpendo una casa: sul luogo dello schianto sono stati rinvenuti cinque cadaveri ma non è ancora noto a chi appartenessero. Altra notizia destinata a peggiorare le cose, specie dopo che ieri i talebani avevano annunciato la sospensione delle trattative col governo afghano e gli Stati Uniti. Il presidente Karzai ha invitato le truppe americane ad allontanarsi dai villaggi e permettere così alle forze di sicurezza afghane di prendere il loro posto nel tentativo di ridurre il numero di morti e feriti tra i civili. Anche quella però non è una strada facile da percorrere: a gennaio quattro soldati francesi sono stati uccisi e 16 feriti nel nord dell’Afghanistan da un soldato dell’esercito nazionale afghano, cosa che ha spinto il presidente francese Sarkozy a sospendere il programma di addestramento dei soldati locali.

Le tensioni di questi giorni sono un punto di arrivo e cominciano da lontano. Meno di un anno fa il minacciato rogo del Corano da parte di un pastore protestante americano aveva scatenato in Afghanistan rivolte e proteste violente, che uccisero alla fine almeno 24 persone. Lo scorso gennaio un video diffuso su Internet aveva mostrato dei soldati americani urinare sui cadaveri di alcuni combattenti afghani, e il corpo dei Marines aveva ammesso che un suo plotone aveva usato una bandiera con il simbolo delle SS naziste. Il mese scorso, a febbraio, la distruzione di alcune copie del Corano presso la base aerea di Bagram ha provocato nuove rivolte e nuove violenze, portando alla morte di 30 persone. All’attacco sono seguite nuove manifestazioni di protesta in tutto il paese, finora senza che si siano verificati particolari episodi di violenza.

foto: Aref Karimi/AFP/Getty Images