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  • Lunedì 12 marzo 2012

È stato assolto il medico egiziano accusato di fare “test della verginità”

E la sentenza, che viene da un tribunale militare, non può essere contestata in appello ed è stata duramente criticata

AP/Maya Alleruzzo
AP/Maya Alleruzzo

Ieri un tribunale militare egiziano ha assolto Ahmed Adel, un medico che era stato accusato da 8 donne di averle sottoposte a test della verginità nei commissariati della polizia, dopo che queste erano state fermate durante gli scontri tra attivisti e polizia avvenuti nel marzo e aprile 2011. Adel è stato assolto perché, secondo la corte, le testimonianze sul suo caso sono state contrastanti e quindi quei test “non possono essere provati”. Fuori dall’aula la sentenza è stata duramente contestata dalle donne e dagli altri attivisti che protestano contro il Consiglio Supremo delle Forze Armate (detto SCAF), che di fatto governa il paese dalla caduta di Mubarak.

Samira Ibrahim, una delle donne che ha denunciato il medico, ha detto che questa sentenza “non infanga il mio onore, ma quello dell’Egitto”. Negli scorsi mesi almeno 17 donne avevano denunciato di avere subito questi cosiddetti “test della verginità” dopo essere state arrestate dalle forze di sicurezza. Ibrahim e le altre donne avevano denunciato anche di essere state picchiate, sottoposte a elettroshock e denudate di fronte ai soldati e accusate di essere prostitute.

Ufficialmente i militari hanno sempre negato di praticare i “test” ma lo scorso maggio un generale egiziano aveva detto alla CNN che i “test della verginità” erano un mezzo “per dimostrare che i militari non avevano violentato queste donne” durante la loro detenzione. La sentenza di ieri non può essere contestata in appello dal momento che è stata emessa da una corte militare (un meccanismo giudiziario già contestato duramente dagli attivisti e dalle organizzazioni internazionali). Lo scorso dicembre un tribunale egiziano civile, invece, aveva vietato i test della verginità sulle donne in Egitto.

foto: AP/Maya Alleruzzo