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  • Giovedì 16 febbraio 2012

I detenuti morti in Honduras sono 359

Il presidente Lobo ha annunciato un'indagine e ha sospeso i dirigenti dell'affollatissimo carcere di Comayagua, devastato da un incendio

Members of the Honduran Red Cross and Forensic workers carry the remains of convicts from the National Prison in Comayagua, some 90 kms north fo Tegucigalpa, on February 15, 2012. At least 350 prisoners were killed and scored injured when a fire overnight tore through the prison in central Honduras. The prison held around 850 prisoners. AFP PHOTO/Orlando SIERRA (Photo credit should read ORLANDO SIERRA/AFP/Getty Images)
Members of the Honduran Red Cross and Forensic workers carry the remains of convicts from the National Prison in Comayagua, some 90 kms north fo Tegucigalpa, on February 15, 2012. At least 350 prisoners were killed and scored injured when a fire overnight tore through the prison in central Honduras. The prison held around 850 prisoners. AFP PHOTO/Orlando SIERRA (Photo credit should read ORLANDO SIERRA/AFP/Getty Images)

Il presidente dell’Honduras Porfirio Lobo ha sospeso il direttore della prigione di Comayagua e il capo del sistema carcerario nazionale dopo l’incendio scoppiato martedì notte nel carcere di Comayagua, che ha ucciso finora 359 persone. Il presidente ha detto che in questo modo garantirà un’indagine approfondita; ha inoltre promesso di «prendere urgenti misure per far fronte alla tragedia, per cui tutto il Paese è in lutto». Richard Ordonez, il giudice della Corte suprema a capo dell’indagine, ha spiegato che il carcere, che si trova a circa 70 chilometri a nord della capitale Tegucigalpa, ospitava 856 persone, il doppio della sua capacità.

Il governatore locale Paola Castro – che precedentemente aveva lavorato nella prigione – ha raccontato ai giornalisti che un detenuto le aveva telefonato verso le 23:00 di martedì, pochi minuti prima dello scoppio dell’incendio, dicendo che un compagno aveva appiccato il fuoco incendiando il suo materasso, cosa che è stata confermata anche da altri detenuti. Castro ha subito avvisato la Croce Rossa e i vigili del fuoco, che hanno impiegato almeno mezz’ora ad arrivare sul posto. L’incendio si era già propagato.

I vigili del fuoco raccontano scene terrificanti, con detenuti ustionati che cercavano di fuggire e altri intrappolati nelle loro celle. I pompieri non sono riusciti a liberarli perché non avevano le chiavi e non riuscivano a trovare gli agenti carcerari: alcuni detenuti sono morti carbonizzati e non è possibile identificarli. Alcuni sono stati liberati ma sono morti per le ustioni e per il fumo inalato, altri ancora sono riusciti a fuggire aprendosi un varco nel tetto della struttura. Da martedì sera centinaia di parenti si sono accalcati davanti alla prigione in attesa di notizie e per protestare contro le autorità. Alcuni parenti sono convinti che l’incendio sia stato pianificato e che sia i poliziotti che le guardie ne fossero al corrente; ci sono stati anche scontri con le forze dell’ordine, che alcuni gruppi di familiari hanno aggredito lanciando dei bastoni e urlando “assassini”.

La situazione nelle carceri in Honduras è spaventosa: sono generalmente sovraffollate e nel 2010 il governo ha dichiarato lo stato di emergenza del sistema carcerario perché metà delle strutture non raggiungevano gli standard minimi. Secondo i dati delle Nazioni Unite, l’Honduras ha il più alto tasso di omicidi nel mondo. Il Paese deve ancora riprendersi da un colpo di stato avvenuto nel 2009, la polizia è corrotta e spesso abusa del suo potere, i cartelli della droga prosperano e i rapimenti e le estorsioni sono molto diffusi.