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  • Sabato 19 novembre 2011

La protesta dei musulmani di New York

Ieri centinaia di islamici hanno manifestato contro la polizia, accusata di aver messo in piedi una grossa operazione di spionaggio nei loro confronti

(EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)

(EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)

Ieri centinaia di musulmani americani hanno marciato a New York per protestare contro l’NYPD, il New York Police Department, il dipartimento della polizia cittadina. Si tratta della prima manifestazione di protesta dopo la pubblicazione di un’inchiesta dell’Associated Press secondo cui il dipartimento di intelligence della polizia avrebbe spiato a lungo la comunità musulmana di New York con metodi e tecniche particolarmente invasive. Secondo l’Associated Press, tra le varie missioni, diversi agenti in borghese dell’NYPD si sarebbero infiltrati per mesi nelle moschee della città, avrebbero spiato clienti e lavoratori dei ristoranti a cucina mediorientale, controllato minorenni e studenti musulmani, seguito costantemente i movimenti dei tassisti di origini mediorientali e monitorato i musulmani che cambiavano nome.

Alla luce di questa notizia, ieri diverse centinaia di persone della comunità musulmana di New York, alle quali si sono unite una cinquantina di manifestanti di Occupy Wall Street, si sono dirette verso “One Police Plaza”, il quartier generale dell’NYPD, dove hanno urlato slogan e mostrato cartelli come «giù le mani dalla nostra gente», «vogliamo gli stessi diritti», «se fosse successo ad altre comunità religiose, sarebbe stato uno scandalo», «basta con lo stalking contro i nostri figli» e «no a uno stato di polizia». Dopo aver chiesto le dimissioni del capo della polizia Ray Kelly, i manifestanti sono tornati da dove erano partiti, a Foley Square, e hanno celebrato in strada la tradizionale preghiera del venerdì.

Come scrive Msnbc, Kelly e il capo dell’intelligence dell’NYPD, David Cohen, avrebbero trasformato il Police Department in una delle più aggressive agenzie di intelligence della nazione, portando avanti operazioni di spionaggio che, in alcuni casi, sarebbero andate oltre persino i limiti imposti all’FBI. L’NYPD ha collaborato a molte indagini considerate “al limite”, che ora sono diventate oggetto di un’inchiesta interna da parte della stessa FBI. Il dipartimento di intelligence dell’NYPD dopo l’11 settembre 2001 ha avuto molta libertà di azione e può contare su un budget annuale di circa 60 milioni di dollari. Alla luce delle proteste di ieri, Kelly ha respinto le accuse sullo spionaggio seriale e ha assicurato che l’NYPD sta facendo solo il suo dovere, ossia “proteggere i cittadini newyorchesi secondo le attuali leggi vigenti”.