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  • Venerdì 18 novembre 2011

Il presidente della FIFA e il razzismo

Arrivano le scuse ma non le dimissioni di Joseph Blatter dopo i suoi commenti sugli episodi di razzismo nei campi di calcio

ZURICH, SWITZERLAND – OCTOBER 21: FIFA president, Sepp Blatter looks on during a press conference held after the FIFA Executive Committee Meeting at the FIFA headquarters on October 21, 2011 in Zurich, Switzerland. During this third meeting of the year, held on two days, the FIFA Executive Committee has approved the match schedules for the FIFA Confederations Cup Brazil 2013 and the 2014 FIFA World Cup Brazil. (Photo by Harold Cunningham/Getty Images)

ZURICH, SWITZERLAND – OCTOBER 21: FIFA president, Sepp Blatter looks on during a press conference held after the FIFA Executive Committee Meeting at the FIFA headquarters on October 21, 2011 in Zurich, Switzerland. During this third meeting of the year, held on two days, the FIFA Executive Committee has approved the match schedules for the FIFA Confederations Cup Brazil 2013 and the 2014 FIFA World Cup Brazil. (Photo by Harold Cunningham/Getty Images)

Il presidente della Fifa Joseph Blatter si è scusato oggi pomeriggio con una nota ufficiale per gli «inopportuni commenti» sul razzismo nel mondo del calcio, ma ha respinto ogni richiesta di dimissioni. Ad un giornalista della CNN che ieri gli chiedeva se sui campi esista il razzismo, il numero uno del calcio mondiale dal 1998, rieletto per la quarta volta a giugno di quest’anno, aveva risposto: «Io lo negherei. Non c’è razzismo, ci sono forse qualche parola o gesto non corretti, in questi casi basterebbe dire che questo è solo un gioco e stringersi la mano». E mettendo a confronto gli insulti razzisti ai falli durante le partite aveva aggiunto «È un linguaggio volgare, è il gioco sporco». Le parole di Blatter sono arrivate mentre in Inghilterra si discutono due recenti episodi di insulti razziali in partite di Premier League che hanno coinvolto John Terry, capitano del Chelsea e della nazionale inglese, e Luis Suarez, attaccante del Liverpool.

Le reazioni alle frasi di Blatter sono state immediate. Il premier britannico David Cameron ha dichiarato: «È spaventoso suggerire che il razzismo debba comunque essere accettato come parte del gioco. Molto lavoro è stato fatto per liberarsi dal razzismo in tutti gli aspetti della nostra società, tra cui il calcio. Come molte delle nostre star dello sport hanno giustamente sottolineato, ora non è il momento di compiacersi». Rio Ferdinand, compagno di squadra di Patrice Evra, il giocatore che sarebbe stato insultato da Suarez durante la partita Liverpool-Manchester United, ha scritto su twitter rivolgendosi direttamente a Blatter: «Mi sento uno stupido per aver pensato che il calcio stesse assumendo un ruolo di primo piano contro il razzismo». E David Beckham ha descritto le osservazioni di Blatter come «spaventose».

Nel frattempo, la compagnia aerea Emirates, uno dei partner ufficiali della FIFA, ha fatto sapere che potrebbe non rinnovare l’accordo (di 122 milioni di sterline) che scadrà nel 2014: «Emirates continua a guardare da vicino gli sviluppi del dibattito all’interno della FIFA prima del rinnovo della nostra collaborazione nel 2014. Tuttavia, non abbiamo alcun ruolo nella gestione dell’organizzazione. Stiamo seriamente pensando di non rinnovare la nostra partnership. Non vogliamo entrare in ambiti politici, ma crediamo che la situazione sia andata al di là di un problema interno ed è diventato».

Le scuse di Joseph Blatter sono arrivate nel pomeriggio di oggi: «Quanto accaduto fa male e continua a bruciare, anche perché non potevo immaginare una tale reazione. Ho usato parole sbagliate e mi rammarico profondamente per questo. Nel prendere atto di aver fatto qualcosa che non è del tutto corretto, posso solo rammaricarmi e scusarmi con tutte le persone che sono state colpite dalle mie parole». Blatter ha anche aggiunto «Voglio chiarire che sono assolutamente impegnato nella lotta contro il razzismo e contro qualsiasi tipo di discriminazione nel calcio e nella società, guido personalmente questa battaglia contro il razzismo nel calcio e la FIFA lo sta facendo con campagne come Say No to Racism. I miei commenti sono stati fraintesi. Quello che volevo dire è che durante un incontro i giocatori lottano con gli avversari e a volte fanno cose sbagliate. Ma normalmente, alla fine di un match, ti scusi con l’avversario con il quale ti sei confrontato, stringi mani e quando una partita è finita, è finita».

Gordon Taylor, direttore esecutivo della Football Association, ieri aveva chiesto le dimissioni di Blatter: «Questa è la goccia che fa traboccare il vaso, credo che sia arrivato il momento di voltare pagina e passare a Michel Platini». Il presidente della FIFA, nella stessa nota ufficiale che contiene le scuse, ha replicato: «Non posso dare le dimissioni, perché dovrei? Lasciare sarebbe ingiusto e non compatibile con il mio spirito combattivo, il mio carattere, la mia energia». Gordon Taylor, nella sua dichiarazione, faceva riferimento alle indagini del comitato etico della FIFA su Blatter per presunte irregolarità e alle altre polemiche che hanno coinvolto Joseph Blatter negli ultimi anni: nel 2004, il presidente della FIFA aveva commentato che le giocatrici indossano «pantaloncini stretti» per aumentare la popolarità del calcio femminile; nel dicembre 2010, Blatter aveva affermato che i tifosi gay intenzionati ad andare alla Coppa del Mondo in Qatar, dove l’omosessualità è illegale, dovrebbero «astenersi da qualsiasi attività sessuale». E quando John Terry è stato coinvolto in uno scandalo a causa di una presunta relazione extra coniugale, Blatter aveva affermato che il giocatore «nei paesi latini sarebbe stato applaudito».