Le proteste per il nuovo Google Reader

Le opzioni per la condivisione dei contenuti sono state riviste per favorire Google+ e agli iscritti non va bene

Come anticipato la scorsa settimana, nelle ultime ore Google ha messo online la nuova versione del suo Reader, il sistema per leggere gli aggiornamenti dei siti web tramite i feed RSS (quando c’è un nuovo contenuto pubblicato dal sito cui sei iscritto, questo compare nel raccoglitore, come se si trattasse di una email). La novità più evidente è la grafica, completamente rinnovata e resa omogenea con il nuovo design degli altri servizi di Google. Reader appare ora più pulito e meno confuso, cosa che facilita la lettura dei diversi feed.

L’attenzione degli utenti si è però concentrata su un’altra novità, che sta scontentando molti. Probabilmente per favorire il proprio nuovo social network Google+ rispetto allo concorrenza, quelli di Google hanno deciso di modificare il modo in cui potevano essere condivisi i contenuti letti su Reader con i propri contatti. Ora il sistema è integrato con Google+ e rende quindi più complicata la condivisione di un contenuto con chi non usa il social network della società lanciato questa estate.

Gli stessi responsabili di Google ammettono di aver fatto una scelta discutibile e che lascerà scontente molte persone, abituate da anni a usare Reader per far conoscere agli altri le cose che leggono e confrontarsi sui contenuti. Spiega lo sviluppatore di Google, Alan Green, sul blog ufficiale della società:

Speriamo che vi piaccia il nuovo Reader (e vi piaccia Google+) almeno quanto piace a noi, ma ci rendiamo conto che ad alcuni di voi potrebbe non piacere. Rimuovere le funzionalità di Reader per la condivisione non è stata una decisione facile, ma alla fine, ci aiuta a focalizzarci su alcuni ambiti specifici, e costruire un’esperienza d’uso ancora migliore attraverso l’offerta Google.

L’idea non sta piacendo a molte persone, come dimostra la raccolta di lamentele messa insieme da Adam Clark Estes sull’Atlantic Wire. In molti dicono di non voler più usare Reader o di essere al lavoro per ripristinare, con qualche sistema macchinoso, le opzioni per la condivisione cui non riescono proprio a rinunciare. Secondo altri la decisione potrebbe comportare la morte stessa del servizio, con un esodo di buona parte degli utenti.

La scelta di favorire il proprio social network a scapito di altri servizi è comunque indicativa. Massimo Mantellini sul suo blog si chiede se Google stia effettivamente abbandonando il suo celebre motto “don’t be evil” per diventare qualcosa di diverso, simile alla società arrogante e prepotente che era Microsoft negli anni Ottanta.