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Che cosa succede oggi a Bruxelles

Berlusconi ha portato a casa un accordo con la Lega e cerca oggi di rivenderlo all'Europa

Oggi i principali leader dell’Unione Europea si riuniscono a Bruxelles per concludere la messa a punto di un nuovo piano di emergenza per gestire la crisi dell’euro. Il summit di oggi arriva dopo giorni di dibattiti e confronti a distanza tra i governanti europei su nuove misure da imporre alle banche, legate al consolidamento del loro capitale, e sull’utilizzo di nuovi fondi per andare in soccorso dei paesi a rischio insolvenza (default) che potrebbero aggravare la crisi dell’euro. Gli scambi sono stati frenetici, ma fino a ora non hanno portato a grandi condivisioni di intenti.

L’incontro di oggi riproporrà probabilmente le divisioni cui abbiamo assistito negli ultimi mesi su che cosa sia necessario fare per affrontare la crisi. Da un lato ci sono i paesi il cui sistema economico è meno esposto alla crisi, come Francia e Germania, che chiedono agli stati con economie più deboli garanzie, nuove riforme e misure di austerità per mettere i loro conti a posto. Dall’altro ci sono i paesi della “periferia”, come la Grecia, la Spagna e l’Italia, che più di tanto non possono fare per assecondare le richieste del “centro” perché rischiano di compromettere la crescita o la pace sociale.

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Diversi leader europei sono stati molto critici nei confronti del presidente francese Nicolas Sarkozy e del cancelliere tedesco Angela Merkel, accusati di gestire la crisi dell’euro da soli senza lasciare grande spazio ai loro paesi. Negli ultimi giorni i due leader hanno chiesto nuovi sacrifici e impegni agli stati con le economie più fragili, Italia compresa.

Italia
Dopo l’incontro di domenica scorsa a Bruxelles, Silvio Berlusconi è tornato in Italia con l’impegno di apportare nuovi aggiustamenti alla politica economica del nostro paese per evitare un peggioramento dei conti pubblici, partendo dalle pensioni. La proposta di alzare l’età pensionabile a 67 anni e di rivedere il meccanismo delle pensioni di anzianità non è piaciuta alla Lega Nord, che si è opposta alla revisione del nostro sistema pensionistico. Dopo due giorni di confronto, che ha messo seriamente in difficoltà il governo, Popolo della Libertà e Lega hanno trovato un compromesso: si andrà in pensione a 67 anni, ma solo a partire dal 2026, mentre le pensioni di anzianità restano. L’accordo sarà comunicato oggi a Bruxelles all’interno di una lettera firmata dal governo Berlusconi.

La lettera italiana
Non ci sono notizie ufficiali sul suo contenuto, che sembra sia stato rivisto e modificato diverse volte nelle ultime ore in seguito al primo accordo di massima raggiunto con la Lega Nord sulle pensioni. Si sa che è lunga almeno quattordici pagine e che non contiene un elenco preciso delle misure che vorrà prendere il governo per affrontare la crisi. L’unico punto fermo dovrebbe essere quello del pareggio di bilancio nel 2013, già stabilito con le ultime manovre finanziarie.

L’obiettivo della pensione a 67 anni viene contemplato, ma senza una spiegazione precisa su come sarà messo in pratica. Il Corriere della Sera di oggi ipotizza che il graduale aumento da 60 a 65 anni dell’età pensionabile per le donne nel settore privato sia stato anticipato dal 2014 al 2012. Dal 2012 in poi avverrebbe il graduale aumento dell’età pensionabile, arrivando all’obiettivo dei 67 anni nel 2026, una data lontana che per ora sembra tranquillizzare la Lega Nord.

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