Il vertice europeo di ieri

Che cosa è successo, in sintesi: le decisioni sulle banche e il fondo salvastati, le richieste fatte al governo italiano, le scaramucce tra Cameron e Sarkozy

Domenica a Bruxelles c’è stato un vertice tra capi di Stato e di governo sulla crisi del debito che minaccia la sopravvivenza dell’euro. Le decisioni finali sul piano per rilanciare l’economia saranno prese soltanto mercoledì, quando l’Europa dovrà necessariamente presentare un piano comune a protezione dell’euro in vista del G20 a Cannes del 3 e 4 novembre. Ma le basi sono già state gettate ieri.

Come era già stato anticipato, i leader europei hanno proposto la ricapitalizzazione delle banche che dovranno partecipare più del previsto al salvataggio della Grecia. L’altra decisione annunciata è quella che riguarda il fondo di stabilità (EFSF), conosciuto con il nome di fondo salvastati, che sarà rimpinguato secondo la linea proposta dal cancelliere tedesco Angela Merkel. Ad accedervi saranno soltanto i paesi in forte difficoltà economica – al momento Grecia, Italia e Spagna – purché dimostrino di avere preso le misure necessarie per ridurre il proprio debito.

Il vertice ha anche stabilito l’istituzione di un Consiglio della zona euro, di cui sarà capo l’attuale presidente del Consiglio Europeo Herman van Rompuy. “Il presidente del vertice euro sarà designato dai capi di Stato e di governo nello stesso momento in cui il consiglio europeo elegge il suo presidente e per la stessa durata del mandato», si legge nel comunicato ufficiale. Ieri Von Rompuy ha parlato a lungo con il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi: «Abbiamo chiesto rassicurazioni sulla riforma del mercato del lavoro, la riforma dell’impresa pubblica, le privatizzazioni, la riforma della giustizia e la lotta alle frodi fiscali», ha detto al termine dell’incontro. «Chiediamo all’Italia un considerevole sforzo, con la certezza che sia pronta a farlo». Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno sorriso quando la stampa ha chiesto della loro fiducia in Berlusconi.

Ieri è stata anche la giornata della polemica tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il premier britannico David Cameron. Secondo quanto riporta il Guardian, durante il vertice di ieri Sarkozy si sarebbe molto infastidito dei tentativi di Cameron di dare indicazioni su come uscire dalla crisi monetaria e a un certo punto gli avrebbe anche detto senza misure di stare zitto: «Hai perso una buona occasione per tacere. Siamo stanchi delle vostre critiche e delle vostre ingerenze. Dite che odiate l’euro e poi volete interferire nei nostri incontri».

Un’ulteriore polemica è stata poi quella relativa al caso Bini Smaghi, l’economista italiano membro del comitato esecutivo della BCE. A giugno Sarkozy e Bini Smaghi avevano raggiunto un accordo informale: Sarkozy avrebbe appoggiato la nomina di Mario Draghi a capo della BCE se Bini Smaghi avesse poi dato le dimissioni consentendo a un economista francese di prendere il suo posto. In quel momento Bini Smaghi era considerato infatti il favorito alla successione di Draghi a capo della Banca d’Italia. Ma la nomina di Ignazio Visco al vertice di Bankitalia ha scombinato il piano e ora Bini Smaghi ha detto di non essere più disposto a dare le dimissioni, facendo infuriare Sarkozy: con l’arrivo di Draghi la BCE avrà ora due italiani e nessun francese nel suo comitato esecutivo.