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  • Giovedì 20 ottobre 2011

Ignazio Visco è il nuovo governatore della Banca d’Italia

Era vicedirettore generale e fino a ieri non era dato per favorito

©Mauro Scrobogna /LaPresse
29-03-2007 Roma
Economia
Universitˆ La Sapienza – Commemorazione Federico Caff
Nella foto: Ignazio Visco Banca d’Italia

©Mauro Scrobogna /LaPresse
29-03-2007 Roma
Economia
Universitˆ La Sapienza – Commemorazione Federico Caff
Nella foto: Ignazio Visco Banca d’Italia

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha designato Ignazio Visco come prossimo governatore della Banca d’Italia. Visco succede così a Mario Draghi, governatore uscente, che va a presiedere la Banca Centrale Europea. Il consiglio superiore della Banca d’Italia esprimerà nel giro di pochi giorni il proprio gradimento nei confronti della scelta, con un voto comunque non vincolante. Nel pomeriggio l’agenzia di stampa ANSA aveva dato conto di forti malumori nel consiglio superiore della Banca d’Italia per una gestione “certamente non piacevole” della nomina da parte del PresdelCons.

Nato a Napoli nel 1949, Ignazio Visco è vice direttore generale della Banca d’Italia dal 9 gennaio del 2007, e non va confuso col Vincenzo Visco che fece il ministro durante alcuni governi del centrosinistra. Ignazio Visco è entrato in Banca d’Italia nel 1972. È laureato in Economia e Commercio all’università a Roma, ha studiato anche alla University of Pennsylvania, negli Stati Uniti. In Banca d’Italia ha fatto il capo del Servizio Studi, dal 1990. Dal 1997 al 2002 è stato capo economista del dipartimento economico dell’OCSE. La sua nomina ha destato qualche sorpresa: fino all’altro ieri sembrava che il governatore dovesse essere uno tra Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia, e Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro. Stamattina sembrava che fosse avvantaggiato Lorenzo Bini Smaghi, membro del direttivo della Banca Centrale Europea (e al centro di una contesa con la Francia, che lamenta la presenza di due italiani e di nessun francese ai vertici dell’istituzione).

Volendo dare a questa scelta una grossolana lettura politica, quindi, si tratta di una vittoria di Mario Draghi e di Giorgio Napolitano, che preferivano una soluzione interna, di continuità con il passato, e una sconfitta di Giulio Tremonti e Umberto Bossi, che avrebbero preferito Grilli (anche se da tempo c’è chi dice che la candidatura di Grilli fosse funzionale ad annullare quella di Saccomanni, preferito da Draghi). Silvio Berlusconi nella partita ha sempre avuto il compito di mediatore, senza un candidato favorito ma impegnato nel trovare una soluzione in grado di avere l’approvazione del Capo dello Stato e dei mercati senza compromettere la stabilità della sua coalizione. Ieri Pier Luigi Bersani e Pierferdinando Casini con un comunicato congiunto si erano lamentati di non essere stati in alcun modo consultati dal Governo.

foto: Mauro Scrobogna /LaPresse