Dopo il successo dell’omonimo musical di Broadway del 1957, le cui repliche andarono avanti per quattro anni, cinquant’anni fa venne proiettato per la prima volta il film di West Side Story. Definito spesso il Romeo e Giulietta americano, il musical è considerato un adattamento novecentesco della tragedia di Shakespeare: è la storia d’amore tra Maria e Tony, giovani appartenenti a due bande rivali di New York, una formata da ragazzi di origine portoricana (gli Sharks) e l’altra da bianchi statunitensi (Jets).
La prima bozza del musical teatrale ruotava su una differenza non solo etnica, ma anche religiosa: doveva essere la storia di un ragazzo cattolico innamorato di una ragazza ebrea, e chiamarsi East Side Story. Ma l’ondata migratoria di portoricani che si stabilirono a New York tra gli anni Quaranta e Cinquanta convinse gli autori a dare un’impronta diversa alla storia. Fu cambiato il titolo e l’identità portoricana del gruppo degli Sharks fu sottolineata, oltre che dal marcato accento ispanico dall’esuberanza “latina”, con alcuni pezzi musicali: America, cantata da tutta la banda degli Sharks e dalle ragazze, è forse il più famoso (ma ci sono anche Maria e Somewhere: tutta farina del sacco dei due grandissimi Leonard Bernstein e Stephen Sondheim). Nonostante il successo del musical teatrale, le regole per la censura cinematografica imposero, tra gli altri cambiamenti, alcune modifiche al testo originale della canzone, che era stata considerata razzista verso i portoricani: invece di sottolinearne difetti e tratti distintivi, la versione inserita nel film si limita a enfatizzare il razzismo e la discriminazione di cui erano vittima.
Le scene in esterni del film sono girate a New York, per una precisa scelta di regia di Robert Wise e Jerome Robbins: furono scelti scorci decadenti e trascurati per fare da sfondo a lotte tra immigrati e ragazzi di origini umili, di conseguenza la produzione dovette fare i conti con la presenza di vere bande nella zona. Il problema fu risolto assumendo alcuni dei membri di queste bande per controllare l’area delle riprese e accertarsi che non succedessero incidenti.
Per incentivare il realismo degli scontri, gli attori che interpretavano i membri degli Sharks e dei Jets furono incoraggiati ad atti di bullismo anche fuori dal set, per mantenere alta la tensione e poter dare il massimo durante le riprese.