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  • Sabato 8 ottobre 2011

Il caso Solyndra mette nei guai Obama

L'azienda californiana produttrice di pannelli solari, fallita lo scorso agosto, aveva ricevuto oltre 500 milioni di dollari di prestiti federali grazie alle pressioni di un ex finanziatore del presidente

The exterior view of Solyndra Inc. in Fremont, Calif., Monday, May 24, 2010. President Obama plans to tour Solyndra, Inc., a solar panel manufacturing facility, on Wednesday. Through the Recovery Act, the Department of Energy offered a $535 million loan guarantee to Solyndra, Inc., to support the construction of a commercial-scale manufacturing plant for its proprietary solar photovoltaic panels. (AP Photo/Paul Sakuma)

The exterior view of Solyndra Inc. in Fremont, Calif., Monday, May 24, 2010. President Obama plans to tour Solyndra, Inc., a solar panel manufacturing facility, on Wednesday. Through the Recovery Act, the Department of Energy offered a $535 million loan guarantee to Solyndra, Inc., to support the construction of a commercial-scale manufacturing plant for its proprietary solar photovoltaic panels. (AP Photo/Paul Sakuma)

Lo scorso agosto, il fallimento dell’azienda californiana Solyndra, produttrice di pannelli solari, era stato un duro colpo per l’amministrazione Obama. Solyndra, infatti, nell’ambito della rivoluzione “verde” annunciata dal presidente americano in campagna elettorale, aveva ricevuto nel 2009 dal governo federale un incentivo di 535 milioni di dollari in prestiti garantiti per sviluppare la sua produzione. Pochi mesi dopo, però, Solyndra ha dichiarato bancarotta. Oltre mille americani hanno così perso il proprio posto di lavoro e i repubblicani avevano colto l’occasione per criticare il piano per le energie alternative promosso da Obama.

Oggi, nuove email rese pubbliche dalla Casa Bianca nell’ambito dell’inchiesta federale sul crack di Solyndra hanno portato alla luce una situazione più complessa e oscura. I maggiori sospetti sono sul ruolo di Steven J. Spinner, nel 2009 funzionario del Ministero dell’Energia americano e fino a qualche mese prima finanziatore della campagna elettorale di Barack Obama. Nei dispacci pubblicati ieri, sono evidenti le pressioni di Spinner nei confronti del Ministero dell’Energia e della commissione governativa che avrebbe aggiudicato i fondi federali a Solyndra. Allo stesso tempo, Spinner comunicava assiduamente con i responsabili di Solyndra e li aggiornava costantemente sugli sviluppi della richiesta dei fondi federali, scrivendo mail come: “Ho il fiato sul collo dell’Ufficio del Vicepresidente e della Casa Bianca”.

In teoria, Spinner non avrebbe potuto comunicare simili informazioni a Solyndra, né fare pressioni sugli organi governativi, perché sua moglie Alison lavora per lo studio legale Wilson Sonsini Goodrich & Rosati, che ha rappresentato proprio Solyndra nella richiesta dei fondi federali. Un vistoso conflitto di interessi che pone più di un’ombra sulla rivoluzione energetica promessa da Barack Obama in campagna elettorale. Come hanno dichiarato Fred Upton e Cliff Stearns della commissione della Camera sui prestiti federali, le email di Spinner denotano “relazioni controverse tra i funzionari degli uffici presidenziali della Casa Bianca, i finanziatori delle campagne elettorali e i ricchi investitori che hanno generato il crack di Solyndra”. Intanto, proseguono le indagini del Dipartimento di Giustizia americano: Solyndra avrebbe potuto fornire informazioni false per ottenere i fondi dal governo. Ma anche l’amministrazione Obama è sotto osservazione, in quanto non avrebbe verificato in maniera appropriata le garanzie fornite da Solyndra.